Calcinacci senza controlli, condannato

L’azienda edile Baldan scoperta ad accumulare materiale da demolizione a Spinea e Campagna Lupia
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Cittadella della Giustizia, Piazzale Roma
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.05.2014.- Cittadella della Giustizia, Piazzale Roma

CAMPAGNA LUPIA. È stato condannato a pagare un’ammenda di 4 mila 500 euro l’imprenditore di Fiesso d’Artico Sergio Baldan, 57 anni, titolare dell «Baldan Recuperi e Trattamenti srl» di Campagna Lupia. La sentenza è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, a leggerla il giudice monocratico di Venezia Sara Natto, dopo che il pubblico ministero Carlotta Franceschetti aveva chiesto la condanna dell’imputato. Il difensore, invece, si era battuto per l’assoluzione.

Il gruppo Baldan S.r.l. si occupa di scavi, demolizioni, trasporto di cassoni scarrabili di varie misure, stabilizzazioni in calce e cemento, lavori pubblici stradali e da qualche anno fornisce anche il servizio di formazione di paletti di sostegno aventi anima in ferro e riempimento in calcestruzzo (palificazioni). La ditta Baldan è stata fondata nel 1980 dai F.lli Baldan come azienda di scavi e demolizioni in genere. Oggi la ditta si è specializzata in altri settori, costituendo il Gruppo Baldan, che opera nelle costruzioni edili, demolizioni speciali, nel riciclaggio e smaltimento rifiuti, forniture di materiali inerti e nelle stabilizzazioni di terreni con calce e/o cemento. La Baldan Recuperi e Trattamenti S.r.l. si occupa di demolizioni speciali e subacquee, con personale altamente qualificato in grado di svolgere interventi ad altezze di oltre 30 metri con macchinari tecnologicamente avanzati a norma della Comunità europea, inoltre la ditta dispone di impianti di frantumazione mobili.

Questo il ritratto che l’azienda di Campagna Lupia offre di se stessa. Ma, stando alle accuse per le quali è arrivata ieri la condanna, Sergio Baldan avrebbe accumulato nell’area della sua ditta consistenti quantità di materiali edili provenienti da varie demolizioni. Senza però eseguire le analisi dei materiali, che la norma prevede in modo da escludere la loro pericolosità. In caso vi fossero sostanze pericolose, come accade spesso di rintracciare nei materiali di scavo ad esempio, non avrebbe potuto accatastarle nel modo in cui aveva fatto nell’area della sua ditta. Sarebbe, inoltre, accaduto lo stesso in un’area di Spinea confinante con un’altra ditta.

Per i l titolare dell’azienda di Campagna Lupia si tratta della prima condanna penale, anche se il difensore ora avrà la possibilità di ricorrere in appello in modo da puntare all’assoluzione o, comunque, alla prescrizione grazie ai tempi lunghi della giustizia italiana soprattutto per i processi di secondo grado.

Giorgio Cecchetti

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