Caccia al tesoro web e i turisti smontano la Corte dei Orbi

VENEZIA. E’ cominciata in sordina. Sembrava uno scherzo fatto girare tra amici stranieri. Poi pian piano l’armata si è ingrossata. I curiosi sono diventati qualche centinaio, aumentano sempre più. Arrivano in corte dei Orbi a Castello, luogo magico fuori della pazza folla, cortile antico dietro San Giovanni e Paolo con una preziosa vera da pozzo. E cercano, scavano, grattano. Hanno anche demolito una parte del muro in mattoni, togliendo le pietre e lasciando vistosi buchi. «Non ne possiamo più». si sfoga Lino Baffo, ex intromettitore di San Marco e discendente del celebre poeta veneziano del Settecento, «abbiamo chiamato i carabinieri, stiamo cercando i responsabili per dire che è ora di finirla». Succede che su Internet dilaga l’abitudine di lanciare iniziative e giochi legati al nome di Venezia. L’ultimo è una grande Caccia al Tesoro in cui i concorrenti devono trovare un cofanetto misterioso, forse legato al viaggio di Marco Polo in Cina nel 1200. Giochi di società o trappole per gonzi? Fatto sta che da qualche mese la quiete secolare della corte dove Lino Baffo abita da una vita è stata rotta per sempre. «Un giorno ne ho beccato uno, americano», racconta Baffo, «stava rompendo il mattone del muro con uno scalpello. Cosa fai, sei matto? Treasure hunt mi ha risposto, quasi infastidito. Finché era uno, due... ma adesso basta. Allora mi sono messo in caccia e il tesoro l’ho trovato io: Eccolo qua, una scatoletta con un biglietto dentro». Ma la caccia non è finita. La rete rilancia, e in tutto il mondo si trova sempre qualcuno disposto a tentare la fortuna e la ricerca del misterioso cofanetto. Da città cartolina Venezia rischia di trasformarsi in città delle fiabe. Gli abitanti della corte non ne possono più e hanno deciso di chiedere l’intervento delle autorità. «Ho cercato gli ideatori del gioco, vogliamo scrivere che ci lascino in pace», dice Baffo, cultore della storia veneziana e autore di varie pubblicazioni sugli alberi genealogici degli antenati illustri. Ma il flusso non si ferma. La quasi sconosciuta corte degli Orbi è diventata anche mèta di comitive turistiche americane con tanto di guida. Basta un po’ di fantasia, e il legame tra Marco Polo e le «Corti sconte» di Castello è presto tracciato. Intanto la Corte dei Orbi ha raggiunto la sua notorietà. La caccia al tesoro non si ferma, e il passaparola promette altre novità. «Siamo all’assurdo», scuote la testa Baffo, ottantenne con l’energìa e il fisico di un giovanotto, «a Venezia ormai siamo rimasti in pochi, la storia del nostro passato non se la ricorda più nessuno. Ma per queste stupidaggini corrono qui in migliaia».
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