Caccia ai rapinatori del “Mercatone Uno” Sentiti i testimoni

Vagliate dalla polizia le immagini riprese dalle telecamere Nel 2009 un colpo simile con la presa di un ostaggio

CHIOGGIA

E' caccia aperta ai rapinatori del Mercatone Uno di Valli. La descrizione, compreso il numero di targa, della Mercedes con cui sono scappati i quattro malviventi, mercoledì sera, è stata diramata a tutte le forze dell'ordine e già ieri sera erano stati messi dei posti di blocco lungo le principali vie di comunicazione. Ma la macchina dei fuggitivi, come era prevedibile, non è incappata in nessuno di questi controlli. Con ogni probabilità i banditi se ne sono liberati poco dopo la rapina, lasciandola in qualche luogo isolato, magari bruciandola, e si sono allontanati ulteriormente con qualche altro veicolo. Per il momento la Mercedes, dalla cui targa si è già scoperto che era rubata, non è stata ritrovata, ma potrebbe saltar fuori nelle prossime ore e, allora, sarà oggetto di attente analisi scientifiche alla ricerca di qualche indizio. Del resto questo epilogo non farebbe che completare l'analogia con la rapina, commessa sempre al Mercatone nel febbraio 2009. Stesso orario, all'incirca le 18.30, cinque uomini armati e mascherati, un cliente preso in ostaggio e la fuga a bordo di una Bmw rubata, trovata bruciata il giorno dopo in provincia di Treviso.

Di questi malviventi non è stata ancora accertata l'identità e, in teoria, potrebbero essere perfino gli stessi del colpo di mercoledì. Ma la ricerca dell'auto è solo una delle piste su cui si stanno muovendo gli uomini del commissariato di Chioggia, incaricati delle indagini. Altri fili da seguire sono le testimonianze delle persone bloccate nel supermercato dai rapinatori e le riprese delle telecamere del negozio e delle stazioni di servizio nei dintorni. Da non trascurare, infine, le possibili “soffiate” dagli ambienti della malavita. La rapina, infatti, è stata condotta con una tecnica quasi “militare”: quattro persone, di cui almeno tre armate di pistola, uno lasciato all'esterno a fare da palo, anche per allontanare eventuali clienti in arrivo, un altro incaricato di prendere un ostaggio per dissuadere i presenti da qualsiasi resistenza, gli ultimi due a prendere il bottino, oro e contanti, dalla gioielleria interna. Pochi minuti, spaventando tutti e senza far male a nessuno e poi la fuga. Da manuale del perfetto rapinatore. Tutto questo ha richiesto una accurata preparazione che può essere giunta alle orecchie di qualcuno disposto a raccontarlo agli inquirenti. E poi c'è anche la pista del bottino: i gioielli avranno bisogno di essere rivenduti ma sono tutti identificabili. Se tutto ciò servirà a trovare i responsabili della rapina è, comunque, incerto. Per i rapinatori più tempo passa dopo il colpo senza che siano presi, più aumentano le possibilità di cavarsela, ma l'ultima parola non è mai detta.

Diego Degan

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