Ca’ Dolfin, contestazione alla cerimonia

Inaugurato il palazzo di Ca’ Foscari dopo il restauro durato un anno e mezzo. Ma i dipendenti sono sul piede di guerra
Di Vera Mantengoli
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA-19.09.2014.- PRESENTATI I LAVORI DI RESTAURO DI CA'DOLFIN DA RENATA CODELLO E CARLO CARRARO. MANIFESTAZIONE DEI SINDACATI "RSU CGIL".
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA-19.09.2014.- PRESENTATI I LAVORI DI RESTAURO DI CA'DOLFIN DA RENATA CODELLO E CARLO CARRARO. MANIFESTAZIONE DEI SINDACATI "RSU CGIL".

Cerimonia movimentata ieri mattina per l’inaugurazione di Ca’ Dolfin, il prestigioso palazzo dell’Università Ca’ Foscari, restaurato dopo un anno e mezzo di lavori per 1,8 milioni di euro. Mentre la Soprintendente Renata Codello spiegava la complessità degli interventi svolti, a pochi metri, separati solo da due porte chiuse, un centinaio di dipendenti dell’Università protestava «contro la gestione non trasparente della Fondazione Ca’ Foscari», alla quale sono stati assegnati gli ultimi due piani dell’edificio. A fine inaugurazione, i manifestanti hanno fatto ingresso nell’aula magna, hanno preso il microfono e spiegato il perché della protesta.

Alle 12, mezz’ora prima della cerimonia, personale tecnico amministrativo, sindacati (Rsu, Flc Cgil, Cub sur, Ccsa Cisal) e rappresentanti degli studenti, si ritrovano nel cortile. Sono un centinaio. Ognuno si attacca alla maglietta un foglio con scritto “+ trasparenza – fumo”, “+ pubblico – privato” “+ ateneo – fondazione”. Fuori dell’ingresso dell’Ateneo ci sono cinque poliziotti, tre in tenuta antisommossa. I manifestanti gonfiano una ventina di palloncini bianchi vanno verso Ca’ Dolfin, facendo una tappa nella vecchia sede della Fondazione Ca’ Foscari, di fronte all’Esu. Qui appendono manifesti (“Fondazione, quanto ci costi?”). I sindacati prendono la parola e chiedono di vedere il bilancio economico della Fondazione, i rapporti di lavoro e di rivedere le esternalizzazioni di attività. «In questi anni», dicono Antonio Nasello, Anna Sponchiado e Paolo Patron, «i dipendenti si sono visti depotenziati, con mansioni date ad altri esterni e nessuno ha mai visto voce per voce il bilancio economico. Ca’ Dolfin ha due piani riservati alla Fondazione, mentre i dipendenti sono in uffici strettissimi. Per noi sono soldi pubblici per un ente privato».

Insomma, la carica dei cento arriva a cerimonia iniziata. Vengono bloccati sulle scale. Qui, srotolando altri cartelli, i manifestanti iniziano a battere le mani e a far scoppiare i palloncini, nella speranza di rovinare la festa. Dentro però si fa finta di nulla e la cerimonia prosegue quasi indisturbata. I sindacati ricordano inoltre le questioni immobiliari che rimangono aperte: dal campus scientifico di Via Torino a Santa Marta, per finire con la vendita in sospeso dei tre palazzi storici.

Dedicata a “Silvio Trentin”, l’aula magna affrescata da Nicolò Bambini incanta i presenti: «Il restauro è un’operazione scientifica», spiega Codello, «e a ogni punto del reale corrisponde una coordinata matematica». Insomma, un restauro che ha riconsegnato vita ai colori grazie anche all’altissima tecnologia utilizzata, come lo Scanner 3D. «Abbiamo scoperto il più grande controsoffitto esistente a Venezia», ha spiegato la soprintendente, «ce n’è uno a Palazzo Grimani, ma non così ampio». «Questo spazio verrà utilizzato per convegni aperti alla città» ha aggiunto il rettore uscente.

Gli uffici del palazzo sono ancora chiusi. Oltre ai 100 posti al pianoterra, si aggiungono 250 posti nel palazzo Rio Novo. Mancava il futuro rettore, Michele Bugliesi: ha più volte ribadito che prenderà la parola quando avrà voce in capitolo, dopo il 30 settembre. Nel tardo pomeriggio arriva il bilancio economico 2013 che risulta in pareggio (attivo e passivo 2.974.091). Aumentata la produzione da 4.259.815 nel 2012 a 5.057.846 nel 2013 (aumento spese del personale, in particolare la voce stipendi e salari cresce del 30%, da 240.824 nel 2012 a 306.312 nel 2013 e la voce servizi da 3.273.771 nel 2012 a 3.910.706 nel 2013).

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