Ca' da Mosto, via ai grandi lavori di restauro
Il più antico palazzo sul Canal Grande diventerà un albergo

Palazzo Da Mosto, avviato il restauro
Via ai lavori per il restauro di Ca' da Mosto. Il più antico palazzo veneziano sul Canal Grande esce da un ventennio di degrado e di abbandono. La società Saci dell'architetto Ugo Camerino ha affidato alla Iccem di Daniele Roncali l'intervento di risanamento e restauro. L'edificio gotico di rara bellezza sarà adesso risistemato anche nella statica e diventerà un albergo a cinque stelle. Del resto lo era già fino alla fine del Settecento, avendo ospitato nei secoli ambasciatori e visitatori illustri della città. Una storia di degrado che aveva provocato molte proteste. L'edificio aveva ospitato a inizio secolo abitazioni private e poi una scuola di recupero, l'istituto Zambler, che se n'era andato a metà degli anni Ottanta. Poi era stato venduto alla Pepper, società di abbigliamento che lo aveva infine venduto alla Saci della famiglia Camerino. Puntellato per problemi di statica negli ultimi annbi, terra di conquista per ladri e pantegane, Ca' da Mosto ora tornerà a vivere. L'intervento di restauro costerà decine di milioni di euro soltanto per gli esterni e il consolidamento statico. E sarà compiuto con tecniche di avanguardia. «Abbiamo contattato il professor Giorgio Croci, autore di restauri importanti come l'obelisco egizio di Assuan», spiega Ugo Camerino, architetto e direttore dei lavori, «è un restauro molto difficile, visti gli usi e gli interventi fatti nel palazzo negli ultimi secoli. Ma è nostra intenzione di andare avanti con criteri scientifici, in accordo con la Soprintendenza». Sarà usata ad esempio un nuovo tipo di resina, già utilizzata per le barche a vela della coppa del mondo, spiega l'architetto, per consolidare le murature». Una storia quasi millenaria quella di palazzo da Mosto. Costruito dalla famiglia Barozzi nel 1200, venduto non ancora completato ai Da Ponte che lo usarono a lungo come fondaco e deposito delle merci sull'acqua. Poi la famiglia si imparentò con i Donà, infine i da Mosto. Era uno degli alberghi più ambiti ai tempi d'oro della Serenissima. E adesso, al termine del restauro lo diventerà un'altra volta. Il quadro è un po' cambiato, perché ormai i nuovi hotel lungo il Canal Grande non si contano più. Quasi tutti i palazzi di pregio sono stati trasformati in hotel di lusso negli ultimi anni, ultimi in ordine di tempo il Sagredo e palazzo Foscari a Santa Sofia, gli alberghi di Sant'Angelo, adesso arriveranno anche palazzo Papadopoli e il Querini Dubois, l'ex sede del Mediocredito. Che vanno ad unirsi alle decine di nuovo hotel di lusso e alle ceninaia di attività di affittacamere e pensione che hanno aperto i battenti negli ultimi anni. In questo caso, dicono i proprietari, la destinazione alberghiera è l'unica possibile. Per non lasciare il gioiello del gotico nel degrado.
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