Brugnaro difende Giusto «È la macchina del fango»

«È la macchina del fango». Giovanni Giusto, consigliere delegato alle Tradizioni, incassa la solidarietà del sindaco Brugnaro. Dopo la bufera che lo ha investito negli ultimi due giorni, con l’arrivo dei carabinieri in Comune per verificare le accuse presentate alla Procura dal consigliere del M5S Davide Scano. «Rinnovo la fiducia mia personale nei confronti di Giusto», ha scritto ieri Brugnaro, «che sta compiendo un importante lavoro di rilancio delle Tradizioni, in particolar modo coinvolgendo le giovani generazioni. Purtroppo c’è chi usa ancora la macchina del fango contro le persone, non avendo altri argomenti sui quali confrontarsi né proposte concrete». La grana «politica» delle dimissioni sembra dunque per ora superata. Come lo è quella sull’incompatibilità del ruolo di consigliere delegato alle Tradizioni e presidente del coordinamento delle remiere.
«Non c’è alcuna incompatibilità», scrive la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano. Un’istruttoria è stata compiuta dalla segretaria generale Silvia Asteria e dagli uffici. Un rapporto consegnato al sindaco, che adesso sarà inviato ai carabinieri che hanno avviato l’indagine. «Sulla base della documentazione acquisita e in conformità alla normativa vigente», continua la presidente, «non è attivabile un procedimento afferente lo status di consigliere comunale di Giovanni Giusto quale ex presidente del coordinamento». Lo stesso Giusto si era dimesso l’8 febbraio scorso quando era scoppiata la polemica sul suo presunto «doppio incarico incompatibile». «Dunque», scrive la presidente, «il consigliere aveva mutato la propria condizione soggettiva riferibile alla segnalata situazione di incompatibilità».
Giusto non commenta. Ma fa sapere che il suo incarico di presidente del coordinamento risale al 2001, dunque ben prima che lui avviasse la sua carriera politica. «Il coordinamento non è un ente, ma appunto un collegamento che tiene insieme le associazioni remiere. I contributi che arrivano dal Comune e che vengono stanziati dall’assessorato al Bilancio – e non dal consigliere delegato che non ha potere di firma – vengono girati in tempo reale alle singole associazioni.
Resta però l’ipotesi del falso in atto pubblico. All’atto della sua nomina, Giusto come tutti gli altri assessori ha presentato il «modello di dichiarazione di altre cariche», come previsto dalla legge 33 del 2013. La casella riservata a chi ricopre «altre cariche presso enti pubblici o privati» non è stata segnata. Ma nell’allegato curriculum, fa notare la Segreteria generale, è scritto chiaramente che «Giovanni Giusto, nato a Venezia nel 1959, è dal 2001 presidente nazionale del coordinamento delle associazioni remiere di Voga alla veneta».
Basta per allontanare il sospetto di avere reso dichiarazioni «false»?
«Di tutto questo si ata occupando la magistratura, che ha ricevuto l’esposto», dicono in Segreteria generale. Gli uffici certificano che in base alle norme vigenti «non sussiste alcuna incompatibilità di legge».
Una bufera che in ogni caso non si placa e sta per approdare nell’aula del Consiglio comunale. Come da interrogazioni presentate, della questione Giusto si discuterà presto in commissione consiliare.
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