Emergenza briccole in laguna di Venezia: sono pericolanti e senza luce

L’allarme dei diportisti dopo i recenti incidenti: «Servono manutenzioni costanti nei canali». Per il 2025 stanziati già oltre 3 milioni dal Provveditorato per la sostituzione di centinaia di pali in legno

Eugenio Pendolini
Il recupero dell’imbarcazione di Alessandro Cenacchi affondata nei giorni scorsi tra l’isola di Poveglia e gli Alberoni
Il recupero dell’imbarcazione di Alessandro Cenacchi affondata nei giorni scorsi tra l’isola di Poveglia e gli Alberoni

Cinquemila briccole disseminate in tutta la laguna di Venezia. Un mosaico di competenze variegate - tra Comune, Capitaneria e Provveditorato - che rende difficile, se non impossibile, garantire la sicurezza della navigazione. Perché difficile, se non impossibile, è avere una fotografia costantemente aggiornata dei pali in legno che delimitano canali e secche.

E infatti, situazioni di pericolo vengono segnalate ogni giorno dai diportisti allarmati, tra “coccodrilli” (cioè briccole uscite dalla loro sede e galleggianti tra le onde) e monconi di legno affioranti a pelo d’acqua. Sono tra i più temuti da chi naviga in laguna perché considerati i primi responsabili di urti che nel peggiore dei casi portano all’affondamento delle barche, se non a esiti più infausti.

Un’emergenza senza fine

L’emergenza senza fine trova riscontro anche nei numeri. Quotidianamente, i vigili del fuoco intervengono in media una o due volte al giorno per recuperare briccole galleggianti. Solo nella giornata di ieri, tanto per dire, gli interventi sono stati quattro: tutti concentrati tra Murano, Burano e la Giudecca.

Ma negli ultimi due giorni si è sfiorata nuovamente la tragedia. In un paio di occasioni, addirittura nello stesso tratto di canale compreso tra l’isola di Poveglia e San Clemente.

Il giorno prima di Redentore era toccato al motoscafo di Alessandro Cenacchi, affondato in seguito all’urto di un moncone affiorante a pelo d’acqua; subito dopo lo spettacolo pirotecnico di sabato notte, invece, è andata di lusso all’imbarcazione di sette metri, con a bordo nove persone, che anche in questo caso ha urtato contro un pezzo di briccola affiorante ed è poi affondata in secca (chi era a bordo è stato salvato dalla Capitaneria di Porto).

Gli interventi programmati

Come detto, gli interventi in questi anni non sono mancati. Per il solo 2025, il Provveditorato alle Opere pubbliche ha stanziato oltre tre milioni di euro per la sostituzione di qualche centinaio di briccole. La corrosione provocata dall’acqua e dall’azione delle teredini, però, rende la manutenzione una necessità costante.

Con il passare degli anni, si sono moltiplicati i materiali (anche sintetici) utilizzati per cercare di allungare la vita dei pali, compreso il brevetto dell’architetto Sandro Castagna che prevede l’utilizzo delle graffette in ferro la cui ruggine tiene a bada l’azione dei molluschi. A complicare e non poco la situazione però c’è, come detto, il sovrapporsi di competenze.

Ecco perché ora si attende con trepidazione la piena entrata in funzione dell’Autorità per la Laguna, chiamata ad accorpare a sé tutte le principali competenze.

Il problema dell’illuminazione

Qualcosa si muove anche sul fronte dell’illuminazione, come testimoniano le luci provvisorie nel canale dell’Orfanello e dintorni. Troppo poco, però, a detta dei diportisti. Ne è convinto anche Olindo Nardin, papà di Riccardo, il ragazzo di 27 anni scomparso la notte del Redentore di due anni fa dopo uno scontro con una briccola nel canale tra l’isola di San Giorgio e di San Servolo.

«Nessuno vuole trattare seriamente l’argomento della sicurezza della navigazione», dice Nardin, «quest’anno i controlli sono stati maggiori, ma il deflusso delle imbarcazioni post Redentore continua a essere problematico. Tra le briccole mancanti e la carenza di illuminazione, non c’è un posto in laguna che si possa dire davvero sicuro. E questo vale soprattutto la notte. È vergognoso che la situazione sia ancora questa».

Per Mirco Bodi, a lungo figura di riferimento per il gruppo dei diportisti, il problema sta soprattutto nella manutenzione a spot che è stata fatta in questi anni: «La situazione è leggermente migliorata negli anni, ma i finanziamenti arrivano a singhiozzo mentre le briccole richiedono continua manutenzione».

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