Brass (Cipriani): "Plexiglass ai tavoli? Meglio restare ancora chiusi"

Bonifacio Brass dubbioso sull'impatto delle norme anti Covid 19 per la sua attività nella splendida isola di Torcello

TORCELLO. «Se mi impongono il plexiglass ai tavoli, me lo auto impongo io il ritorno immediato al lockdown! E riapro solo quando sarà possibile farlo in maniera decorosa».

Con 1200 matrimoni all’attivo nella sua carriera, Bonifacio Brass, direttore e unico proprietario oggi della locanda Cipriani di Torcello, è un esperto di queste feste. In media la sua locanda ospita, ci spiega, una quarantina di nozze all’anno, con un menù che non viaggia mai sotto i 140 euro a commensale. Insomma, qui si celebrano matrimoni di alto livello e con costi ingenti. Non per tutte le tasche, quindi.

Del resto la locanda Cipriani di Torcello, nata nel 1934, resta un sogno per tanti. E qui erano di casa personaggi come Hemingway ma anche Chagall, Churchill, Picasso hanno passato giornate in questo angolo di laguna famoso nel mondo. Meta di reali, come il principe Carlo, e del mondo del cinema, oggi anche la Locanda deve fare i conti con la crisi causata dall’emergenza coronavirus.

Dopo due mesi di lockdown, Brass (figlio del regista Tinto e Carla Cipriani, figlia di Giuseppe, il fondatore) ha le idee chiare: «Non perdiamo il lavoro e non siamo particolarmente preoccupati di tante nozze rinviate, perché ai clienti che ci hanno versato la caparra propongo di riprogrammare più avanti la festa nel nostro ristorante e abbiamo riprogrammato finora tanti appuntamenti, già per l’autunno. Ma molto dipende da cosa decideranno a livello di governo per la ripartenza del nostro settore. Noi stiamo organizzandoci con le sanificazioni dei locali, che comunque abbiamo sempre fatto, per prepararci già a un’eventuale riapertura dal 18 maggio, ma se si andrà al primo giugno attenderemo».

«Due cose, però, sono importanti», spiega il patron della locanda di Torcello. «La prima è che non impongano il plexiglass con i divisori ai tavoli perché in quel caso sarei io a non riaprire. Sono inconcepibili. Un ristorante come il mio ha così tanto spazio da distanziare a sufficienza i tavoli dei commensali. E aggiungo che da anni il mondo della ristorazione si attiene scrupolosamente al protocollo Haccp per il trattamento dei prodotti e l’igiene. L’unica differenza vera con il passato è solo il distanziamento dei tavoli. E poi devono essere chiari sulle misure di distanza».

Brass continua: «Noi abbiamo fatto le prove in questi giorni e ci stiamo dentro, ma sinceramente l’incertezza regna sovrana sulle decisioni finali», continua a spiegare. «Poi, permettetemi, l’altro problema è che devono garantire i trasporti. Ho scritto una lettera in questi giorni al presidente della Regione, Luca Zaia, invitandolo a garantire i trasporti con regole, certo, ma anche preservando la possibilità di arrivare in un’isola come quella di Torcello con un numero sufficiente di servizi di trasporto».

Trasporti e regole per la ristorazione, ribadisce Bonifacio Brass, sono una garanzia di ripartenza per un’attività di ristorazione dalla lunghissima storia, che ha una fama tale da non perdere clientela neanche a causa dello slittamento di tanti matrimoni, come in questo periodo. Ma per la ripresa (che rappresenta comunque un problema per i bilanci del 2020) serve evidentemente un sostegno.

«Sul fronte dei trasporti sono preoccupatissimo, sia come datore di lavoro che come cittadino che vive in terraferma e lavora in un’isola veneziana, e quindi mi rivolgo con un accorato appello a chi deve decidere affinché tuteli al massimo i trasporti», continua a spiegare Bonifacio Brass.

«Inoltre ci sono le regole igieniche su cui serve chiarezza in fretta da chi ci governa. I ristoranti non solo soltanto luoghi dove ci si sfama. Ristoranti come la mia locanda sono spazi di cultura e socialità e non possiamo essere visti come possibili nemici del cliente. Noi sul fronte dell’igiene diamo il massimo da sempre. Sul fronte delle prenotazioni, comunque, possiamo ribadire che siamo tranquilli: il rinvio di tanti matrimoni non ci ha fatto perdere le prenotazioni. Noi non diamo di certo voucher ma ci accordiamo con i clienti per riprogrammare i loro matrimoni con le nuove date, mantenendo le loro prenotazioni».

«Se saranno messi i “ bastoni fra le ruote” a ristoranti come la locanda Cipriani, fa capire il proprietario, allora, sì, saranno dolori veri per queste attività di ristorazione che non ospitano solo feste di matrimonio ma sono spazi, nel cuore della laguna, ricchi di storia e fascino e diventano la location perfetta di tanti incontri e di passaggi di celebrità che a Venezia, fino a prima dell’emergenza sanitaria, erano di casa». E che ora potranno tornare, quando l’emergenza sarà finita, con la speranza che nel post Covid-19 non venga ucciso - ma invece rilanciato - il fascino di Venezia e della sua laguna. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia