Braccio di ferro sull’appartamento di Caritas

ZELARINO. Braccio di ferro sull’uso di un appartamento della Caritas diocesana in via Castellana.
Da un parte c’è l’attuale inquilino che non vuole andarsene pur non avendo un contratto e non pagando affitti da quasi quattro anni, e dall’altra la stessa Caritas che invece vorrebbe poter liberare e destinare l’alloggio ad altre persone bisognose, magari famiglie in difficoltà.
«Tutto nasce nella primavera del 2009», racconta G.T. 47enne originario di Spinea. «Dopo tre anni e mezzo alla comunità Emmaus di Trivignano, don Dino Pistolato mi mise a disposizione questo appartamento. Pagavo 150 euro al mese. Poi nel 2012 mi dissero che dovevo liberarlo. Non avevo firmato alcun contratto, però poi non mi vennero più chiesti soldi e proseguii ad abitarci. In questi anni più volte mi è stato chiesto di andarmene ma non ho un posto alternativo. Sono disoccupato, sopravvivo con piccoli lavori saltuari, ma sarei anche disposto a continuare a pagare quel tipo di affitto pur di non finire in mezzo a una strada. Ho chiesto anche aiuto ai servizi sociali del Comune di Spinea, ma finora non ho ottenuto alcuna risposta per avere alternative». Un caso ingarbugliato in un periodo in cui la crisi economica non ha certo facilitato le cose al signor G.T. come a tante altre famiglia sia italiane che straniere residenti in città.
«Da anni la Caritas paga le bollette per i consumi di quell'appartamento, e continuiamo a chiedere a quella persona di lasciarlo libero», replica lo stesso don Dino Pistolato, «non c'è un vero sfratto perché non c'è un contratto in essere, ma parliamo di un appartamento che doveva essere solo di appoggio per chi usciva dalla comunità, per aiutarlo a reinserirsi nel tessuto sociale, magari non pagando un affitto per un certo periodo in modo da risparmiare i soldi e crearsi una indipendenza economica per poi andare ad abitare altrove. Invece in questo caso c'è stata l’incapacità a crearsi questa indipendenza, e l’occupazione ancora di questo alloggio è un atto di ingiustizia. Quello spazio potrebbe tornare invece utile per una famiglia bisognosa». Le parti sono ben distanti al momento, poiché il signor G.T. non intende andare via.
Simone Bianchi
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