Blocco simbolico, gli esami si faranno

VENEZIA. Continua la “guerra” per gli scrutini negli istituti scolastici veneziani: ad ormai due giorni dalla fine delle lezioni prosegue lo sciopero dei docenti che, pur non mettendo a rischio il regolare svolgimento degli esami di Stato per le classi terminali, inizia ad assumere toni da esasperazione.
L'adesione alla protesta, che ha visto gli insegnanti incrociare le braccia durante la prima ora di consultazione per due giorni, si è rivelata massiva, con un coinvolgimento di oltre il 90 per cento delle scuole secondarie di primo e secondo grado (le elementari, a detta degli stessi sindacati, fanno storia a sé).
«Il nostro è uno sciopero simbolico», spiega Susanna Tasca, di Gilda. «I primi a rimetterci siamo noi professori, che per recuperare il tempo perduto e non ritardare la pubblicazione dei risultati, oltre il necessario, in molti casi ci siamo messi a disposizione anche nelle ore serali. Il messaggio che vogliamo mandare è però molto forte: la “Buona scuola” del governo Renzi prevede solo tagli e sfrutta le assunzioni dei precari, comunque richieste da Bruxelles e quindi non a rischio, per seminare discordia tra il personale docente. La verità è che stanno facendo passare attraverso la commissione cultura quella che, a tutti gli effetti, è una riforma sul lavoro che incide su orari e assunzioni, non su contenuti dei programmi o metodi di insegnamento. Uno stratagemma incostituzionale».
Come già accennato, comunque, lo sciopero degli insegnanti non dovrebbe avere alcuna ripercussione sulle prove per la Maturità, sugli esami di terza media e sul test nazionale Invalsi, che dovrebbero svolgersi regolarmente secondo il calendario già reso noto dal Miur: «In quasi tutte le scuole», specificano alla Cgil, «gli scrutini per le quinte superiori e le terze medie si sono già conclusi, d'altronde per legge non è possibile ritardare gli esami di Stato, neppure con uno sciopero». I veri disguidi, quindi, colpiranno gli alunni delle classi non terminali: potrebbero aspettare un paio di giorni in più per vedere le valutazioni di fine anno. Per scongiurare questa eventualità molti istituti hanno deciso di anticipare gli scrutini o prolungarli (in alcuni casi anche nei giorni festivi, possibilità ammessa in caso di forza maggiore ma che non ha trovato il supporto di tutte le sigle). Dopo lo sciopero dei sindacati, comunque, la palla passa ai Cobas, che promettono a loro volta due giorni di blocco simbolico. Giacomo Costa
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