Bimbo rovinato durante il parto: l’Asl 14 paga 226 mila euro ai genitori

CHIOGGIA. Al momento del parto, il loro bambino presentava una distocia della spalla sinistra che ne rendeva difficoltosa la nascita, ma le manovre messe in atto dal personale sanitario hanno avuto come esito la menomazione del braccino del bimbo, che non sarà mai più “normale”. Per questo una coppia di Chioggia, assistita dall’avvocato Piero Gallimberti, ha fatto causa all’Asl 14 e ha ottenuto un risarcimento di oltre 200mila euro che, però, è ancora in attesa di ricevere.
Cicogna in arrivo. Tutto inizia il 20 settembre 2008, quando la mamma si presenta all’ospedale di Chioggia, per partorire, al termine della gravidanza. Ma il parto naturale si complica a causa della distocia suddetta, ovvero una posizione del bambino, all’interno dell’utero, in cui la spalla sinistra, non allineata con la testa e con il canale del parto, ne ostacola la nascita. Si tratta di una complicanza rara, ma che richiede un intervento veloce, entro pochi minuti, per evitare rischi di soffocamento. Infatti, quando dopo le manovre del personale sanitario, il piccolo viene alla luce, presenta «petecchie al volto, ematoma al polso, emorragie sottocongiuntivali, marcata ipotonia arto superiore sinistro... non alza il braccino».
Le visite. Dalla visita medica eseguita nel gennaio successivo, risulterà una «paralisi ostetrica senza recupero del bicipite e degli estensori». In febbraio il primo di vari interventi chirurgici di micro ricostruzione che, però, non hanno sostanzialmente risolto il problema: al bambino viene riscontrata una invalidità permanente del 35% Al processo il giudice dispone l’acquisizione della cartella clinica e due consulenze medico legali. Dalla cartella si ricava che, per far nascere il bambino, sono state praticate due manovre pediatriche, quella di Kristeller e la posizione di Mc Roberts, in questo ordine, secondo il giudice che, sebbene consideri la cartella «lacunosa», tiene per buono l’ordine in cui essa riporta le suddette manovre.
Esperti. I due consulenti, nominati dal giudice, concordano sul fatto che «la paralisi del plesso brachiale subita dal minore è stata determinata da problematiche insorte durante il parto», ma anche che «non sempre può essere determinata da eccessive trazioni ... ma può essere conseguenza naturale della posizione assunta durante il parto». Inoltre entrambi escludono che il piccolo abbia subito «violente trazioni fetali» che sono sconsigliate da tutti i protocolli internazionali che regolano la materia.
La sentenza. Tuttavia uno dei consulenti rileva come anche la cosiddetta manovra di Kristellen sia da evitare in questi frangenti ed entrambi, ancora una volta, sostengono che, qualora fosse stata eseguita la Kristellen (come riporta la cartella clinica) questa «potrebbe aver inciso nella determinazione della paralisi subita» dal bimbo. Il giudice ha sottolineato che, in materia civile, non vale la certezza «al di là di ogni ragionevole dubbio» che si applica in penale, ma conta il «più probabile che non» e, sulla base degli accertamenti eseguiti ha condannato l’Asl 14 a rifondere alla famiglia 226.181,40 euro, più le spese legali.
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