Bettin: «Un pezzo di storia che se ne va, un peccato»

«Se ne va un pezzo di storia della città. È un peccato. La sua era una voce, a volte allegra, a volte rabbiosa, sempre in lotta. Una voce che è parte della città. Abbiamo provato a dargli una mano...

«Se ne va un pezzo di storia della città. È un peccato. La sua era una voce, a volte allegra, a volte rabbiosa, sempre in lotta. Una voce che è parte della città. Abbiamo provato a dargli una mano quando lottò contro i regolamenti, anni fa. Io lo conoscevo fin dal 1977. Lui era sempre sulla strada».

Gianfranco Bettin, sociologo e oggi presidente della Municipalità di Marghera, considera Sergi, il menestrello, come un pezzo di città che viene a mancare. E con lui sono tanti a piangerlo. «Se n’è andato in silenzio quasi per smorzare il trambusto di una vita vissuta senza compromessi, come voleva. Ti saluto amico mio, alla prossima vita. Buon viaggio», scrive su Facebook l’amico Massimo Rizzo dell’osteria “Vecia contea”di Scorzé a cui è toccato il compito di dare il triste annuncio.

Andrea Muriti aveva scelto Jimmy come colonna sonora del suo anniversario di matrimonio: «Ci conosciamo da una vita, dai tempi dei fricchettoni, dalla prima occupazione in città, quella del palazzo d’inverno in piena piazza Ferretto. Lui c’era», racconta.

«Era una persona estremamente entusiasta della propria attività di artista di strada. Mi parlava sempre di progetti di registrazioni, realizzazioni di cd, del possibile coinvolgimento di amici musicisti nei suoi progetti. Un vero appassionato della buona musica», lo ricorda Rino Zinno, ex tastierista dei “Pitura Freska”. Ci sono poi ricordi di famiglia: «A Mestre o a Venezia ho tanti ricordi di me e mia figlia Virginia che cantiamo sulle note di Jimmy. L’ha affascinata fin da piccola, nel passeggino», dice Luca Battistella, delegato di Brugnaro per l’innovazione.

Al menestrello tanto amato ha dedicato una pagina come possibile sindaco di Venezia il gruppo satirico di “Me lo chiede la città”. È la numero 137: “Lui vede la libertà non nel gruzzolo gettato, ma ogni volta che suona per un fruscio di bimbo affascinato, per un barbone alcolizzato, per il cittadino affannato”. (m.ch.)

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