Bastoncini d’incenso cancerogeni

MARCON. Musica rilassante, la tisana sul fuoco e un bastoncino aromatico all’incenso per una giornata di relax. Dietro un gesto diffuso tra migliaia di persone può però nascondersi un rischio, soprattutto se i bastoncini di incenso hanno un valore di benzene più di dieci volte oltre il limite massimo previsto dalla legge. La Guardia di Finanza di Venezia ha sequestrato in tre negozi gestiti da titolari cinesi, a Marcon, Susegana (Treviso) e Padova 400.000 bastoncini di incenso proprio perché contenevano sostanze nocive. Un sequestro scaturito da alcune verifiche fatte dai baschi verdi del I Gruppo del capitano Luigi Nacca nel negozio di Marcon. Controlli realizzati in collaborazione con l’Adiconsum Veneto che ha messo a disposizione un particolare apparecchio a “raggi x” in grado di effettuare analisi per verificare l’eventuale presenza nella merce di componenti chimiche pericolose per la salute. In questo caso lo spettometro ha segnalato la presenza di benzene, considerato potenzialmente cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli esami di laboratorio, realizzati analizzando quanto sprigionato dai bastoncini una volta accesi, hanno confermato la presenza di benzene ben dieci volte oltre il limite consentito. Le analisi di laboratorio sono state eseguite grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione del Veneto nell’ambito dell’accordo con Unioncamere e Adiconsum Veneto sottoscritto di recente, il 30 gennaio 2018. Partendo da Marcon, i finanzieri sono riusciti a ricostruire la filiera dei bastoncini di incenso. Prodotto in India, arrivavano in Europa e in Italia attraverso un importatore spagnolo, di Valencia, che poi attraverso alcuni rappresentanti li vendeva in Italia. Per il Veneto punto di riferimento era il negozio di Padova, che poi smerciava l’incenso nel negozio di Susegana - il cui proprietario era lo stesso del negozio di Padova - e di Marcon. Nelle indicazioni riportate nel biglietto che accompagnava le confezioni –corredate da scritte rassicuranti sui poteri antistress degli aromi – i valori delle sostanze chimiche dichiarate erano invece indicati entro i limiti di normalità. I due imprenditori che avevano posto in vendita la merce sequestrata, del valore di circa 100 mila euro, sono stati denunciati alla magistratura mentre la merce sequestrata dovrà essere distrutta.
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