«Basta con i lancioni alle Zattere»

VENEZIA. Lo spazio acqueo sarebbe di Veritas, che dovrebbe ormeggiare le sue chiatte per il ritiro rifiuti, ma il condizionale è d'obbligo, visto che da mesi i due pali di attracco sono diventati una sorta di porto franco, capace di ospitare gli innumerevoli barconi “Gran Turismo” carichi di visitatori che quotidianamente arrivano in laguna: succede alle Zattere, proprio di fronte al ristorante Riviera, il cui titolare, esasperato dalla situazione, ha deciso di denunciare la situazione alle autorità, salvo cozzare contro un muro di burocrazia e rimpalli tra diverse competenze. «I due pali all'altezza dei civici 1485 e 1486 di Dorsoduro», spiega il ristoratore, «nonostante i cartelli di divieto d'ormeggio sono utilizzati ad ogni ora del giorno e della notte dalle imbarcazioni turistiche, che scaricano i passeggeri sulla riva senza neppure rispettare le procedure di sicurezza, con passerelle di fortuna appena appoggiate, spesso senza neppure un passamano e giusto trattenute con un piede».
Nel frattempo i mezzi Veritas sono costretti a fare i salti mortali per compiere il loro servizio, arrivando a casi limite, come martedì mattina, quando, sottolinea il signor Cremonini, «la chiatta di Veritas ha dovuto caricare i rifiuti senza neppure essere legata, mentre un barcone troneggiava tranquillo nell'attracco». Il 17 ottobre, come anticipato, il titolare del Riviera ha deciso di rivolgersi a chi di dovere, ma senza fortuna: «La mia segnalazione si è risolta in un balletto telefonico: la Capitaneria mi ha detto di chiamare i vigili urbani, loro mi hanno risposto di contattare i carabinieri che, a loro volta, mi hanno rimesso in contatto con la Capitaneria, la quale alla fine mi ha rimandato alla Polizia municipale, impossibilitata a intervenire perché in carenza di mezzi». Intanto, i barconi turistici, spesso “parcheggiati” in tripla fila, cozzano contro la pietra d'Istria della riva e le folle di visitatori rendono difficile il passaggio in fondamenta, tra spinte, selfie e l'intenso moto ondoso del canale della Giudecca, capace di bagnare i masegni delle Zattere persino quando la marea è bassa.
«Come cittadino che paga per la manutenzione delle rive e contribuisce alla sostituzione dei pali per l'attracco presenterei una denuncia, anche perché l'Autorità Portuale mi ha spiegato come questa sia “occupazione abusiva di spazi di demanio marittimo”», insiste Cremonini.
«Eppure qui passano spesso membri delle forze dell'ordine, ma nessuno dice nulla. Questa situazione mi impedisce fisicamente di lavorare e accedere al plateatico per il quale pago annualmente e regolarmente la dovuta concessione (11.178 euro per l'anno in corso) ed è ancora più assurda se si pensa che una mia richiesta per la costruzione di una piccola zattera in fronte al ristorante, poco distante da quel punto d'approdo, è stata negata perché 'rovinerebbe lo skyline della Giudecca. I barconi, invece», si chiede il ristoratore, «non rovinano la vista?».
Giacomo Costa
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