Bambino di nove anni ucciso in tre giorni dalla leucemia

ZELARINO. «I bambini quando ci sono riempiono la casa, quando non ci sono lasciano un vuoto incolmabile». Sono le parole di Massimo Scantamburlo, papà del piccolo Federico, morto venerdì a causa di una leucemia fulminante che l’ha portato via in pochi giorni. Aveva avvertito i primi sintomi appena lunedì: alcune macchie comparse sulla pelle.
I genitori l’avevano portato dal pediatra, ma le risposte erano state tutt’altro che allarmanti. Mercoledì, però, la situazione si è aggravata: la corsa al Pronto Soccorso di Mestre, gli esami del sangue e la decisione di trasportare d’urgenza il bimbo all’ospedale di Padova. Nel reparto di terapia intensiva ha trascorso solo due notti. Entrato in coma nel pomeriggio di venerdì, si è spento la sera.

«È stato un improvviso colpo per tutti», commenta il parroco, Don Luigi. «Nessuno se lo sarebbe mai immaginato». La famiglia Scantamburlo è molto nota a Zelarino. Massimo e Fabiola, i genitori del piccolo, erano spesso in parrocchia. Quest’anno Federico, che frequentava la quarta elementare della scuola Villa Medico, avrebbe dovuto fare la Prima Comunione. «Era un ragazzino vivace e allegro», prosegue Don Luigi. «Qui lo conoscevamo tutti, perché veniva a Messa tutte le domeniche e frequentava il Catechismo. La sua morte è stata un evento al quale non sappiamo dare risposte».
Increduli anche i genitori degli amici del ragazzino: «Abbiamo avuto la fortuna enorme di conoscerlo», dice una mamma. «E parlo di fortuna perché Federico era un bambino meraviglioso: solare, gentile con tutti». Le fa eco l’istruttrice di nuoto: da quest’anno, infatti, il bambino aveva iniziato a praticare lo sport a livello agonistico. «È una perdita che fatichiamo molto ad accettare», dice.
Il dolore più grande, naturalmente, quello dei genitori e del fratello maggiore. «Cosa possiamo dire di nostro figlio? Che non ci ha mai creato un problema. Ma d’altra parte era un bambino di soli nove anni. Che problemi può dare un ragazzino di quell’età?», dice papà Massimo. «Morire così non è giusto. Continuiamo a cercare una spiegazione, ma non la troviamo».
Federico viveva con la sua famiglia in una villetta in via Pleiadi. In quel giardino chissà quante volte aveva corso, chissà quante partite di pallone. «Era un ragazzino solare, buono, gioioso», dice mamma Fabiola, distrutta dal dolore, mentre abbraccia forte il marito. «Lo abbiamo amato fino all’ultimo», prosegue il padre. «È bello vedere quanta gente si sia interessata a noi e a Federico in questi giorni. Vogliamo ringraziare tutti: dal personale del Pronto Soccorso pediatrico di Mestre e della terapia intensiva di Padova alle persone che oggi si sono strette intorno a noi. Siamo commossi dall’affetto da cui siamo stati circondati».
L’ultimo saluto a Federico martedì 12 novembre alle 10 nella Chiesa San Virgilio di Zelarino. Il giorno prima, dalle 14 alle 16, sarà allestita la camera ardente presso l’obitorio di Padova. La famiglia chiede che non vengano portati dei fiori, ma che le eventuali offerte siano destinate all’AIL (Associazione Italiana contro la Leucemia). Lunedì, presso la scuola Villa Medico, sarà organizzata una colletta per l’associazione. La stessa iniziativa sarà fatta anche dall’elementare Montalcini.
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