Bagni, tuffi e glutei esposti: l’esibizionismo cafone invade Venezia

Persino l’acqua alta diventa occasione per selfie e passerelle. Dai politici agli attori un circo di protagonismi: sullo sfondo della città

VENEZIA. Alzi la mano chi in un tempo di esibizionismo digitale come il nostro non si è mai pentito di un selfie inopportuno. Ma mai come questa volta anche l’acqua alta - the Venice floods come la chiamano gli inglesi - è diventata l’incolpevole palcoscenico di una cafonaggine che ha superato la soglia dei centottantasette centimetri di martedì sera.



Il punto di rottura con l’indignata “cacciata” della troupe di Stefano Accorsi dalla piazza marciana, appena chiusa per ragioni di sicurezza. «Li ho mandati via», ha sibilato un irritato sindaco Brugnaro.

L’attore bolognese non è nuovo: qualche mese fa fece discutere il suo selfie, trancio di pizza in bocca, in una piazza deserta in piena notte. Riprese sospese e tante scuse ai veneziani.



La vera sceneggiatura da girare sarebbe “Cafonal a Venezia” e potrebbe essere una serie televisiva. Perché nonostante la pur lodevole campagna “EnjoyRespectVenezia”, tutti si fanno beffe anche dell’acqua alta, considerata alla stregua di un’attrazione turistica.

Poche ore dopo la punta massima di martedì sera, per dire, a San Marco spunta davanti alla telecamera fissa di “Local team” un ragazzo con la barba e i lunghi capelli, pettorali scolpiti, che si regala un minuto e mezzo di nuotata nell’acqua della piazza. Risalendo, stringe i pugni in vita: che figata.

Poche ore dopo la foto virale sulle chat è quella di una donna con gli stivali in una mano che cammina sollevando le vesti e lasciando poco all’intuizione dei suoi glutei, peraltro ingannevoli.



Ancora: ieri mattina, mentre saliva un altro picco di marea, davanti a un albergo in riva del Vin si materializza un giovane, cuffia in testa, che si tuffa tra passanti che riprendono e cittadini che distribuiscono un legittimo disprezzo: un goldon. Stesso sentimento che un veneziano con l’ombrello verde esprime alla pittrice che, tempera e cavalletto, si mette a dipingere in Fondamenta dei Mori spargendo colore in acqua: ma no ti ga niente de megio da far? Davanti al Quadri un altro genio mima un tuffo in acqua, tra sguardi divertiti dei turisti. A Cannaregio un altro genio si mette a pagaiare su un kayak.

Ad altra categoria si iscrivono le esibizioni (artistiche?) di Costantino Boscolo da Chioggia: divertenti, ma non apprezzate da tutti.

Esibizione e cafonaggine in una città stuprata ogni giorno, senza ritegno alcuno. Tutti a Venezia, dunque, per vedere l’effetto che fa.

Uno sport al quale naturalmente non si sono sottratti i politici che hanno fatto sentire la loro “vicinanza” ai veneziani, intenti a mettere al riparo le proprie cose.

Sindaco e presidente della Regione - in fondo, gli unici titolati - hanno fatto gli straordinari per accompagnare i politici alle passeggiate con gli stivali. Il premier Giuseppe Conte è arrivato nella serata di mercoledì e ha visitato Pellestrina. Non si segnalano passerelle in Piazza San Marco. Molte le dirette televisive, invece, dell’abilissimo Matteo Salvini che, infilati gli stivaloni da pescatore, ha tenuto alta l’audience dei programmi del mattino. Riuscendo pure a incontrare il patriarca Moraglia (il Papa non sarà molto contento...). Non è più lo stesso - e si vede - un incanunito Silvio Berlusconi che ha improvvisato giovedì una conferenza stampa in Piazza San Marco, ma almeno in un giorno di sole. Più discrete le presenze del ministro grillino Federico D’Incà, che ha scelto Chioggia governata dai suoi, e della ministra Paola De Micheli, un’ombra dietro il premier.

Ai veneziani, che ne hanno viste “di ogni”, non resta che scegliere tra un’umiliante rassegnazione e una sacrosanta irritazione: ma no ti gà proprio niente de megio da far?


 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia