Avvocato, artista, poeta addio a Franco Zannini

Avvocato e giurista, manager e direttore del personale di importanti aziende nazionali, esperto di procedure forensi. Ma Franco Zannini, morto l’altra sera all’età di 85 anni, era soprattutto un artista. Pittore, scrittore, poeta, critico d’arte. Appassionato di letteratura e della sua città. Un «erudito» di altri tempi, portatore di una cultura poliedrica e di una conoscenza approfondita di arti , storia, filosofia.

Era una figura molto nota e amata, soprattutto in Strada Nuova, a Cannaregio, dove abitava da anni. Franco aveva un aspetto mite e gentile, ma il ragionamento chiaro e veloce. Lo incontravi per la strada desideroso di scambiare un’opinione sulla situazione politica e della città.

«Una perdita grandissima per la cultura veneziana, per noi Franco era un punto di riferimento», dice commossa Marina Rodinò, segretaria del Pd di Cannaregio. Non più tardi di qualche mese fa, Zannini aveva partecipato a un dibattito nella sede del partito. Aveva come sempre esposto il suo pensiero con garbo, invitato i veneziani a rimboccarsi le maniche.

In un dibattito organizzato da «Venezia consapevole» aveva lanciato la proposta di rilanciare l’economia veneziana con una Silicon Valley della tecnologià, all’Arsenale e nelle isole abbandonate della laguna.

Zannini era laureato in giurisprudenza. In gioventù aveva esercitato con successo la professione, era diventato un manager di successo. Aveva lavorato anche alla Ciga, e in molte importanti aziende veneziane.

Ma la sua passione era l’arte. La pittura. Con mostre ed esposizioni a Parigi e New York, solo in forma discreta a Venezia. Paesaggi e volti turbati dalle esperienze e dal dolore. Ultima esposizione quella organizzata dal centro culturale Fondamente, in campo dei Mori, con la presentazione del critico Saverio Simi de Burgis. Atmosfere tipiche veneziane, una produzione molto personale inserita nel filone dei grandi pittori veneziani del Novecento. E poi le poesie. «Anti rime su una era evasiva» il titolo della sua raccolta di versi molto originali e densi di richiami culturali e letterari, presentati non molto tempo fa alla Scuola di San Teodoro.

Zannini era stato turbato qualche anno fa dalla morte prematura e violenta della figlia. Un trauma che lo aveva segnato.

Adesso era diventato uno dei personaggi più importanti del dibattito politico e culturale cittadino. Mai ingombrante, sempre delicato e puntuale nei suoi giudizi. «Era un uomo d’arte, ci teneva a essere definito così», lo ricorda il genero Giorgio Camuffo, designer e grafico veneziano, «la sua era una cultura poliedrica che aveva sempre qualcosa da insegnare a tutti noi».

Da poco Franco era diventato bisnonno, e aveva accolto l’arrivo dei piccoli eredi con grande gioia. «Lo ricorderemo presto con una iniziativa pubblica, se lo merita», dicono gli iscritti del circolo Pd di Cannaregio.

I funerali di Franco Zannini si terranno domani mattina, giovedì, alle 9 nella piccola chiesa di Santa Sofia, in Strada Nuova, a pochi metri dalla casa dove abitava. —

A.V.

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