Avevano clonato un software manager condannati a 9 mesi

Quattro dirigenti della “Tmob” avevano copiato un programma della “Selecta Digital Service”di Marcon: dovranno pagare una provvisionale di 800 mila euro 



Software clonato, manager della “Tmob” di Martellago condannati a 9 mesi, oltre che ad una maxi provvisionale nei confronti della ditta danneggiata, la “Selecta Digital Service” di Marcon: 800mila euro che rappresentano il potenziale acconto, visto che l’ammontare del risarcimento del danno è stato demandato al tribunale civile. Così ha deciso l’altro giorno il giudice monocratico di Venezia, chiudendo il lunghissimo processo a carico dei vertici della “Tmob”, che tra i soci vanta la “Solari di Udine spa”. Condannati Franco Vescovo (73 anni di Mirano) in qualità di consigliere e presidente del consiglio di amministrazione della società fino al 14 gennaio 2011, Alessandro Bet (61 anni di Noale), consigliere e presidente del cda dal 7 gennaio 2011, Massimo Sorato (46 anni di Paese), consigliere delegato dal 7 gennaio 2011 e Silvio De Poli (44 anni di Marcon), consigliere delegato fino al 14 gennaio 2011, tutti difesi dall’avvocato Luca Ponti. L’accusa per i quattro imputati era di rivelazione di segreto industriale e appropriazione indebita, oltre che di aver violato la legge sul diritto d’autore. Il sostituto procuratore Giorgio Gava aveva chiesto la condanna dei manager della Tmob a un anno di reclusione ciascuno.

Oggetto del contendere, la copia ritenuta abusiva di un software aziendale da cui sarebbero stati ricavati un secondo programma e poi un terzo, usando però come base il vecchio software che non era di proprietà della ditta. La “Tmob”, infatti, per un periodo aveva acquisito un ramo d’azienda della “Selecta Digital Service” di Marcon (una dei leader a livello nazionale del settore), avendo a disposizione anche il software “Selsat”, elaborato e registrato dalla stessa “Selecta Digital Service” per la geolocalizzazione e il telecontrollo delle flotte aziendali. L’affitto del ramo d’azienda era scaduto a settembre 2011. Stando all’accusa, i quattro manager si sarebbero impossessati del programma e dei codici sorgente connessi e li avrebbero continuati a utilizzare, attraverso altri programmi che si basavano su quello vecchio, nella loro attività concorrente rispetto alla “Selecta Digital Service”, violando anche i diritti della Siae poiché il software originale era stato registrato proprio per evitare questo tipo di problemi.

La “Selecta Digital Service”, attraverso il suo legale rappresentante Danilo Cecchinato, si era costituita parte civile nel procedimento penale con gli avvocati Gaio Tesser e Francesco Di Roma che sono riusciti ad ottenere la provvisionale molto sostanziosa, a fronte di una richiesta di risarcimento complessivo di 3,5 milioni di euro.

Nella sua requisitoria, il sostituto procuratore Giorgio Gava aveva evidenziato come i manager avessero sfruttato indebitamente il know-how altrui, clonando un programma che si basava su un modello non originale.

Accuse, queste, che la difesa ha respinto categoricamente e che potranno essere materia di un eventuale ricorso in Corte d’Appello. Parallelamente al procedimento penale è in corso una causa civile incentrata principalmente sulla questione del brevetto del software. —



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