Autorità per la laguna, buone nuove da Roma: «Saremo operativi entro due settimane»
Il presidente Rossetto fiducioso anche sulle risorse aggiuntive necessarie per far funzionare la macchina del Mose

La telefonata arriva pochi minuti dopo l’intervento di Gasparato. Il presidente dell’Autorità per la laguna, Roberto Rossetto, sembra soddisfatto.
E dice: «Mercoledì dovremmo avere l’ok per il decreto di piena operatività, non il decreto ma l’ok formale, quindi sono confidente che per metà mese saremo operativi».
Un percorso lungo e travagliato
La nascita dell’Autorità fu approvata dal Consiglio dei ministri nell’agosto del 2020 e il percorso lungo e travagliato suggerisce prudenza, ma questa volta sembra quella buona. Rossetto, pochi minuti prima di ricevere la telefonata dal suo direttore amministrativo Pierpaolo Cautela in missione a Roma si era concesso una battuta.
«Sono un po’ invidioso», aveva detto rivolgendosi a Gasparato, «perché tu puoi seguire i tuoi progetti con una squadra da rigenerare, ma che c’è. Io sono praticamente da solo, dal primo ottobre con i due preziosi direttori (oltre a Cautela, Valerio Volpe come direttore tecnico, ndr)». Eppure c’è la regia del Mose, le manutenzioni delle paratoie da programmare, l’area Pagnan di Porto Marghera da preparare. E la battaglia per le risorse da reperire.
A regime: 120 milioni di euro l’anno.
Il testo Speranzon -Gelmini
Tra gli emendamenti segnalati alla Commissione del Senato c’è il testo presentato dai senatori Raffaele Speranzon (FdI) e Maristella Gelmini (Noi moderati). Prevede, oltre ai soldi destinati al Provveditorato che saranno poi girati all’Autorità, 10 milioni aggiuntivi per il 2026, 30 milioni per il 2027, 40 milioni per il 2028 e 60 milioni di euro annui dal 2029 al 2034.
Risorse che i due senatori contano di trovare riducendo il Fondo per le esigenze indifferibili istituito presso il ministero delle Finanze. E necessarie,appunto, per garantire le manutenzioni. L’approvazione della Legge di Bilancio dirà se e quali risorse saranno garantite.
E intanto si può lavorare all’integrazione del sistema portuale con il Mose; alla stesura di un testo che definisca il porto regolato di Venezia.
«È doveroso farlo, perché non c’è nessun altro porto in Italia che ha un po’ di porte per entrare che ogni tanto si chiudono», aggiunge Rossetto. Si discute, tra le altre cose, di un porto aperto h24 per compensare i ritardi delle navi. Ma il riconoscimento dei disagi potrebbe arrivare anche con una riduzione delle tariffe.
La conca di navigazione Malamocco
E poi c’è il nodo della conca di navigazione di Malamocco: quando entrerà in funzione, chi dovrà accollarsi i costi di gestione? Dibattito aperto. Il viceministro alle Infrastrutture con delega ai porti, Edoardo Rixi, nei giorni scorsi a Venezia, ha anticipato che il porto regolato entrerà nella nuova riforma dei porti.
Tra le aspettative, così come ricorda Gasparato, c’è anche l’estensione della circoscrizione territoriale dell’Autorità di sistema portuale ai terminal d’altura, a Porto Levante, Porto Pila e alle infrastrutture energetiche offshore, inclusi i rigassificatori. Una richiesta che la Regione aveva già presentato al Mit.
L’integrazione tra Mose e Porto potrà passare attraverso economie di scale in termini, per esempio, di cybersicurezza: Porto e sistema Mose, in quanto infrastrutture strategiche, hanno bisogno di difendersi dagli hacker.
«Perché non farlo insieme?», ragionano all’Autorità per la laguna. Rossetto dice che con Gasparato «c’è piena collaborazione da un paio di mesi, ci stiamo parlando, abbiamo già fatto degli incontri con la Community port, e stiamo organizzando un incontro formale per spiegare tutte le condizioni dell’operatività, perché il combinato disposto dell’incastro di tutte le attività che vanno coordinate deve essere chiaro a tutti e per vari motivi in passato non lo è stato». —
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