Attende due mesi il dissequestro
Aspetta due mesi per il dissequestro della macchina, usata dai ladri per fuggire e fare un altro furto. È successo a un 75enne di Peseggia, protagonista di una storia dove in mezzo si è messa la burocrazia e lui ne è rimasto vittima due volte: primo perché i malviventi gli avevano sottratto la Fiat Punto ammaccandola, secondo perché le indagini si erano chiuse ma se non arrivava la firma dal tribunale. Così, lui, malato e bisogno di andare all’ospedale un giorno sì e l’altro no, ha dovuto farsi accompagnare dai familiari. Come ultima istanza è andato dal vice sindaco di Scorzè Nais Marcon, che l’altro ieri si è messa a telefonare a destra e sinistra perché la macchina tornasse al legittimo proprietario.
Tutto è nato a novembre, quando ignoti si intrufolano nella casa del 75enne e mettono a soqquadro le stanze. Per darsi alla fuga, si prendono la Fiat Punto, usata poi per un altro colpo. Ma sono intercettati dai carabinieri, che recuperano la vettura e al tempo stesso arrestavano i malviventi. Fin qui tutto bene, se non si mettesse di traverso la burocrazia; le indagini delle forze dell’ordine fanno le loro indagini, subito dopo le chiudono ma l’uomo non riceve la telefonata dove lo si informa della restituzione della Fiat Punto. Il giorno dopo giorno diventa settimana dopo settimana e, infine, mesi: la vettura resta in carrozzeria perché manca il documento di dissequestro. Intanto va su è giù dall’ospedale accompagnati dai parenti e, come ultima possibilità, chiama in municipio.
E giovedì sera è arrivato l’atteso sblocco. «Non è possibile» spiega Marcon «che un cittadino si debba rivolgere a noi per riavere la macchina». Ora l’anziano dovrà riportare la Fiat Punto dal carrozziere per sistemare le botte.
Alessandro Ragazzo
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