Arte e diritto, Venezia fa scuola

In città apre la prima sezione speciale d’arbitrato sulle opere trafugate o contese

Dalle aste fino alle compravendite, e ancora questioni sull’autenticità, sulla proprietà e provenienza, ma anche restauri che alterano l’opera d’arte. Sono le controversie di cui si occuperà, a Venezia, la nuova sezione speciale dedicata all’arbitrato in materia d’arte. È la prima in Italia, tra le prime in Europa. Solo l’Olanda, infatti, ne è già fornita.

Sarà composta da specialisti del settore, tra i più qualificati. Nei giorni scorsi, il consiglio d’amministrazione della Camera Arbitrale di Venezia ne ha approvato la nascita. La ragione? Trasformare la città in un centro d’eccellenza.

«Con questa iniziativa vogliamo andare oltre il concetto di una città tesa a una monocultura del turismo», spiega Patrizia Chiampan, presidente della Camera Arbitrale di Venezia e promotore dell’iniziativa, «puntando alla valorizzazione delle competenze professionali di questo settore con l’obiettivo ambizioso di fare di Venezia un punto di riferimento estremamente qualificato in Italia per quanto concerne la risoluzione delle controversie legate al mondo dell’Arte, nel solco di quelle che sono le attività e i fini della nostra associazione». L’annuncio della nuova sezione arbitrale è arrivato in occasione del terzo incontro di “Arte e diritto”. Al centro della serie di incontri c’è l’intreccio che lega l’arte al mondo del diritto.

Dal collezionismo alla finanza e alla regolamentazione del mercato: svariati i temi scelti dalla Camera Arbitrale veneziana e che saranno approfonditi fino a gennaio 2019, data dell’ultimo incontro. Il tema di ieri, a palazzo Fortuny, era la restituzione delle opere d’arte: «La presenza di sedi arbitrali», dice l’avvocato Giuseppe Calabi, esperto di diritto dell’arte, «garantisce maggior speditezza nel risolvere le liti». E il diritto, spesso e volentieri, è costretto ad acrobazie tra convenzioni internazionali e leggi nazionali che variano da paese a paese. Lo dimostrano casi eclatanti di opere saccheggiate durante il periodo nazi-fascista; oppure le pretese degli eredi verso chi, illegittimamente, possiede un quadro; e ancora furti o scavi clandestini. Nell’incontro – a cui hanno partecipato ospiti internazionali – si sono ripercorsi i casi più emblematici di opere trafugate. Anche dalla stessa Venezia che, conclude la presidente Chiampan, «per la sua storia e ricchezza artistica, è il luogo ideale per raccogliere professionalità del mondo dell’arte».



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