Armani scarica i precari in undici restano a casa

Fossò. Tagli in vista al calzaturificio “G.A. Operations” legato alla celebre griffe Colpa del calo del fatturato e degli ordini. I sindacati: «Situazione preoccupante»
Di Alessandro Abbadir

L’azienda calzaturiera di Giorgio Armani in Riviera, la “G.A. Operations” che ha sede in zona industriale a Fossò, scarica i precari: a casa undici lavoratori a tempo determinato. A darne notizia sono i sindacati che chiedono all’azienda del noto stilista di rivedere la decisione, soprattutto considerando il fatto che i precari che verranno lasciati a casa erano sulla soglia dei tre anni di continui rinnovi contrattuali. L’azienda, che conta complessivamente 65 dipendenti, nei mesi scorsi aveva già dato qualche segnale che aveva fatto preoccupare i sindacati. A novembre però, sia Filctem-Cgil che Femca-Cisl avevano fatto delle verifiche, ma dai vertici aziendali si era escluso qualsiasi taglio. Con l’inizio dell’anno, l’azienda ha prospettato un calo del fatturato e degli ordinativi per il 2015 del 30%.

«Abbiamo chiesto l’incontro», spiega Davide Camuccio di Filtctem-Cgil, «in quanto è stata prospettata da parte dell’azienda una notevole riduzione degli ordinativi per la prossima collezione primavera/estate e quindi un ridimensionamento dell’organico. L’azienda ci ha comunicato che 11 lavoratrici e lavoratori a tempo determinato nelle prossime settimane non verranno confermati». Durissima la reazione dei sindacati che minacciano proteste. «Come Filctem -Cgil», spiega Camuccio, «riteniamo profondamente ingiusto che questi lavoratori debbano per l’ennesima volta subire le conseguenze di una precarietà a vita e prendiamo atto, senza condividere, che anche un gruppo importante come la ‘G.A. Operations’ sfrutta al massimo le potenzialità delle leggi sul precariato. Abbiamo incalzato l’azienda prospettando un rientro alla sede di Fossò di produzioni che vengono fatte in laboratori esterni, ma ha rifiutato la prospettiva. La situazione si fa particolarmente preoccupante considerando che non più tardi di novembre come sindacato abbiamo affrontato il trasferimento del reparto pelletteria a Milano, coinvolgendo 27 lavoratori attraverso ricollocazione, mobilità e cassa integrazione straordinaria e riducendo le attività nella realtà veneziana».

L’azienda di Armani ha prospettato la revisione dei fornitori esterni per seguire una strada di maggiore trasparenza e controllo. «Il fatto che la ‘G.A. Operations’ voglia fare chiarezza sulle proprie aziende fornitrici», spiegano i sindacati, «è un passo in avanti nella lotta all’illegalità e al massimo ribasso. Abbiamo chiesto di essere coinvolti in questa operazione di verifica e nelle modalità di gestione delle forniture e degli appalti».

In attesa della presentazione del piano industriale, i sindacati incalzeranno l’azienda per capire meglio l’esternalizzazione delle produzioni Emporio Armani verso l’Est europeo.

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