Aretha e Mia Martini, il ballo della dignità

In piazza Sant'Andrea per difendere «il valore delle donne»
Tre immagini della festa organizzata ieri in piazza Sant’Andrea a Chioggia, nonostante la pioggia, nell’ambito della manifestazione nazionale «Se non ora quando?»
Tre immagini della festa organizzata ieri in piazza Sant’Andrea a Chioggia, nonostante la pioggia, nell’ambito della manifestazione nazionale «Se non ora quando?»
 CHIOGGIA.
Musica, balli e discorsi, sentiti col cuore, per dire no a una concezione mercenaria della donna: la versione chioggiotta della manifestazione nazionale «Se non ora quando», ha avuto luogo ieri pomeriggio, tra le 16 e le 18, in piazza Sant'Andrea.  Un evento che, pur svolgendosi all'ombra di un campanile, non voleva avere né connotazioni moralistiche, né politiche, ma solo quelle del rifiuto di un sistema di potere che mercifica la donna, anche se in modo diverso da una volta.  Quel modo di pensare che trent'anni fa si esprimeva con la locuzione «donna oggetto» e che oggi si presenta, invece, attraverso prototipi femminili che, magari, occupano pure posizioni importanti nella vita sociale e politica, ma solo a uso e consumo di chi le comanda.  A organizzare il flash mob, una giovane chioggiotta, Giulia Zennaro che ha creato la pagina facebook da cui è partito l'appello e tramite la quale sono state anche impartite le «lezioni» del ballo eseguito poi da alcune decine di ragazze sotto la pioggia insistente del pomeriggio. Poche parole dal microfono e poi, appunto, il ballo e le canzoni: da «Think» di Aretha Franklin a «Io donna io persona» di Mia Martini e altre ancora, per esprimere l'idea che «il valore di una donna non dipende dai centimetri di pelle che fa vedere». Molti, complice anche il mercatino dell'antiquariato, si sono fermati e hanno solidarizzato con le ragazze, scrivendo i loro pensieri su foglietti che poi, chi voleva, poteva leggere al microfono. Tra gli intervenuti anche l'ex assessore Maria Grazia Marangon, che ha voluto, a prescindere da qualsiasi etichetta politica, esprimere il suo pensiero a favore della dignità della donna. (d.deg.)

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