Appalto musei Sei dipendenti restano a casa

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La prima sentenza della Cgil contro Consorzio Museum Musei srl per non aver rinnovato sei lavoratori ha dato ragione alla ditta che si era aggiudicata l’appalto. Il sindacato, seguito dall’avvocato Lionello Azzarini, non solo ha annunciato che, se sarà necessario, andrà avanti fino alla Cassazione, ma ha aggiunto che trova scandaloso che il Comune non sia intervenuto per tutelare quei lavoratori ai quali era stato assicurato continuità nel passaggio da Skyra al Consorzio Museum Musei.

Dopo anni e anni di lavoro nei bookshop dei Musei Civici di Venezia sei dipendenti in questi giorni stanno affrontando l’incubo di essere stati lasciati davvero a casa. La paura di perdere il posto di lavoro era stata alla base delle tante proteste dei lavoratori nel 2018 quando i Musei Civici Veneziani avevano annunciato che, a conclusione degli appalti allora in auge, avrebbero fatto un nuovo bando. «Il sindaco Luigi Brugnaro più volte aveva detto che c’era la clausola sociale e che quindi i lavoratori dovevano stare tranquilli - spiega Monica Zambon della Cgil Filcams - Ricordo che di queste sei persone due erano delegate Cgil e una ex delegata. Un caso?». La sentenza che rigetta il ricorso, emessa dalla giudice del lavoro del Tribunale di Venezia Margherita Bortolaso, dice che il bando «non poneva in capo all’aggiudicatario un obbligo incondizionato di riassorbimento» e che la clausola sociale non veniva proprio citata. «Loro avevano fatto uscire il bando prima delle modifiche del nuovo Codice degli appalti che avrebbe previsto l’obbligo della clausola sociale - ricorda Monica Zambon - Inoltre esiste un documento del 1998 firmato da tutte le sigle sindacali in cui il Comune che garantisce la continuità dei lavoratori nel caso cambi l’appalto».

Nella sentenza viene anche citato il fatto che i 17 lavoratori di Skyra hanno fatto un colloquio con la nuova ditta e che ne sono stati presi 11 perché gli altri, i sei appunti che hanno fatto ricorso, non rispondevano ai requisiti. Ed è proprio questo il punto contestato. Nel bando infatti diceva che il lavoro sarebbe stato leggermente diverso, tale da riservarsi la possibilità di valutare i lavoratori. Tuttavia, secondo la difesa dei sei lavoratori, la scelta su chi prendere era troppo discrezionale tale da vanificare la clausola sociale. La battaglia è appena iniziata. —

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