Appalti truccati Giovanni Demo patteggia due anni

PRAMAGGIORE. Hanno patteggiato pene varianti da 10 mesi a due anni con la condizionale i quattro imprenditori e un’impiegata coinvolti nel sistema di appalti pubblici truccati e imputati di...

PRAMAGGIORE. Hanno patteggiato pene varianti da 10 mesi a due anni con la condizionale i quattro imprenditori e un’impiegata coinvolti nel sistema di appalti pubblici truccati e imputati di associazione a delinquere a fini di turbativa d’asta.

Nell’udienza svoltasi in camera di consiglio a Pordenone il gip Annalisa Barzazi ha applicato la pena di due anni di reclusione a Giovanni Demo, amministratore unico della “Flli Demo costruzioni” di Summaga di Portogruaro. Dieci mesi invece per la sua dipendente Elena Brun.

Queste le altre pene: un anno e 10 mesi per Andrea Fantin di Pordenone, dipendente della “Pessot costruzioni” di Fontanafredda; un anno e 4 mesi a Cristian Scarsini, di Illegio, rappresentante legale della “Spiga srl” di Tolmezzo, un anno a Giampietro Perissutti, tolmezzino, rappresentane legale della “Ls Nord” di Tolmezzo.

Altri quattro imprenditori avevano invece scelto di andare a processo che sarà celebrato il prossimo 29 maggio al tribunale di Gorizia. Si tratta di Alberto D’Agosto della “Nuova Geocam” di Cividale del Friuli, Bruno Brunetti della “Gaiardo” di Gonars, Franco Pessot della “Pessot Costruzioni” di Pordenone e Paolo Fornasier della Cogefor” di Susegana (Treviso). Tutti sono coinvolti nell’inchiesta “Coffè break” avviata nel luglio 2010 dalla Guardia di finanza che aveva passato al setaccio 180 gare d’appalto per opere pubbliche indette da varie amministrazioni comunali.

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