Anziana morì per un guasto al sollevatore cinque indagati
CAORLE. Sono cinque gli indagati per il decesso di Elisa Dorigo, madre dell’ex manager di Electrolux a Porcia Michele Marchesan, avvenuto nel novembre 2015 in un’abitazione di Caorle.
Lo si è appreso ieri, giornata in cui è stato effettuato l’incidente probatorio relativo al decesso della donna novantenne, verificatosi pochi giorni dopo una caduta derivata dal cedimento di un sollevatore Ksp Gemini 160. Il macchinario era utilizzato per trasferire la donna, che presentava problemi di deambulazione, dal letto al divano. Secondo le dichiarazioni dei familiari e in particolare di chi la assisteva avrebbe ceduto il fermo che doveva tenere sospesa l’anziana sul sollevatore durante lo spostamento. Le cause sono in corso di accertamento da parte della procura di Pordenone (l’accusa inizialmente retta dal pm Sorti è stata sostenuta, dopo il trasferimento di quest’ultimo magistrato, dal collega Brusegan). Di certo il giorno dopo il ricovero della donna a seguito della caduta all’ospedale di San Donà di Piave, la paziente è deceduta.
Sul registro degli indagati sono finiti Piercarlo Cavenaghi di Monza, legale rappresentante della Sapio Life srl di Milano, ditta produttrice del macchinario, e Paolo Venaruzzo di Portogruaro, Sabrina Falda di Concordia Sagittaria, Mauro Marian di Concordia Sagittaria e Fabrizio Bravin di Portogruaro, tutto collegati a vario titolo alla coooperativa Ape di Portogruaro, che si occupa della fornitura e sanificazione dei sollevatori e di strumenti per l'ausilio disabili e anziani. La cooperativa aveva avuto in subappalto questo servizio e aveva consegnato il sollevatore circa 6 mesi prima del cedimento strutturale alla famiglia di Caorle in cui viveva l’anziana. Ieri l’incidente probatorio per capire cosa possa essere accaduto ed eventuali responsabilità. Le parti offese (i figli Olivana, Maria Teresa, Rita, Ariella e Michele) sono stati assistiti dall’avvocato Luca Turrin, gli indagati dall’avvocato Massimo Pellicciotti di Milano per il Cavenaghi e Michele Sellan e Stefano Pietrobon del foro di Venezia per le altre quattro persone finite sotto accusa.
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