Anziana caduta sul pontile, Actv condannata

Actv è stata condannata dal Tribunale di Venezia a risarcire oltre 31 mila euro (più 4500 euro di spese legali) alla signora L.M., veneziana, 76enne, che una mattina di novembre del 2013 - quando era già claudicante e costretta a muoversi con l’aiuto di una stampella - è scivolata su «una sostanza bianca, viscida e appiccicosa», che lordava la passerella inclinata del pontile delle Guglie, rovinando pesantemente a terra. La caduta le ha provocato fratture e contusioni con 90 giorni di prognosi, con «postumi permanenti sulla sua integrità psico-fisica stimati nella misura dell’11%», come ha chiarito la consulenza medico legale.
Nei giorni scorsi, il giudice Enrico Schiavon ha depositato la sua sentenza, accogliendo nella sostanza la richiesta di risarcimento danni avanzata dall’avvocato Augusto Palese per conto della signora.
«In particolare», osserva il legale, «il giudice ha appurato che la causa primaria dell'infortunio fosse da ricondurre alla presenza, sulla rampa di collegamento tra il pontile e la strada, di una sostanza viscida non segnalata e, pertanto, pericolosa per l'utenza».
Nella sua sentenza, infatti, il giudice chiarisce - citando l’articolo 2051 del codice civile - che «ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito».
Così secondo il Tribunale di Venezia, Actv deve rispondere dell’incidente in quanto ente tenuto per legge alla gestione e alla manutenzione dei pontili, non essendo riuscita a dimostrare «come si sia formata detta sostanza e neppure che la stessa non fosse eliminabile con sufficiente immediatezza». Quindi, per il giudice - che sul punto cita la Corte di cassazione - l’azienda è tenuta a vigilare costantemente sui suoi impianti, «in quanto il dovere di controllo e di custodia sussiste anche in relazione all’azione di agenti estranei, quali ad esempio il fatto dell’uomo, che possono prevedibilmente intervenire come causa o concausa dellevento dannoso».
Per il Tribunale, dunque, l’azienda non può semplicemente imputare ad estranei di aver prodotto la sostanza «viscida ed appiccicaticcia» sulla quale è così gravemente scivolata la donna, dopo avervi poggiato sopra la stampella. Fatti i conti, il giudice ha così deciso che l’azienda debba rimborsare alla sua passeggera 31.693,75 euro, più gli interessi, più 4500 euro di spese legali.
Naturalmente, si tratta di una sentenza di primo grado, che potrà essere impugnata in appello da Actv. (r.d.r.)
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