Anonymous, l’hacker non apre bocca

JESOLO. È stato interrogato ieri dal giudice veneziano Barbara Lancieri il 28enne di Jesolo Simone Lucchetta, sospettato di essere al vertice - quello italiano - del movimento internazionale...
epa03079439 A view of the Anonymous logo on a laptop screen in front of the European Parliament headquarter in Brussels, Belgium, 26 January 2012. Earlier, the website of the European Parliament was hacked by Anonymous but fast put back online. EPA/JULIEN WARNAND*************** TRADUZIONE ***************epa03079439 Una prospettiva del logotipo Anonimo su un schermo di laptop di fronte al headquarter di Parlamento europeo in Brussels, il Belgio, 26 gennaio 2012. più Primo, il website del Parlamento europeo fu tagliato da Anonimo ma digiuno mise di nuovo on-line. EPA/JULIEN WARNAND
epa03079439 A view of the Anonymous logo on a laptop screen in front of the European Parliament headquarter in Brussels, Belgium, 26 January 2012. Earlier, the website of the European Parliament was hacked by Anonymous but fast put back online. EPA/JULIEN WARNAND*************** TRADUZIONE ***************epa03079439 Una prospettiva del logotipo Anonimo su un schermo di laptop di fronte al headquarter di Parlamento europeo in Brussels, il Belgio, 26 gennaio 2012. più Primo, il website del Parlamento europeo fu tagliato da Anonimo ma digiuno mise di nuovo on-line. EPA/JULIEN WARNAND

JESOLO. È stato interrogato ieri dal giudice veneziano Barbara Lancieri il 28enne di Jesolo Simone Lucchetta, sospettato di essere al vertice - quello italiano - del movimento internazionale conosciuto come «Anonymous». È agli arresti domiciliari dal 17 maggio scorso e si è presentato negli uffici giudiziari di Piazzale Roma accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Margherita Tonolo. L’interrogatorio, comunque, è stato molto breve, perché il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere, riservandosi di dare alcune risposte e di chiarire la sua posizione davanti al magistrato che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare, quello di Roma, che ha delegato il giudice di Venezia per l’interrogatorio di garanzia.

Assieme a lui sono finiti in manette altri tre giovani sospettati di essere veri e propri hacker per aver compiuto attacchi nei confronti della presidenza del Consiglio dei Ministri, del ministero della Difesa, della polizia, dei carabinieri, delle capitanerie di porto; e ancora della Banca d'Italia, di Equitalia, di Trenitalia, dell'Università Luiss, dell'Enel, della Siae, del Comune di Torino. Dalle indagini, coordinate dalla procura di Roma, è emerso che i quattro utilizzavano il marchio dell'organizzazione internazionale quasi «in esclusiva» sul territorio italiano, non solo per perseguire le istanze del movimento, ma, in alcuni casi, anche per fini personali. Dopo aver compiuto gli attacchi dei siti di istituzioni e aziende private, arrivavano ad offrire alle vittime la propria consulenza informatica per riparare i danni che loro stessi avevano creato. Dopo essere riusciti a violare i sistemi informatici, mettevano a disposizione della rete i dati che erano riusciti a carpire, creando anche seri danni economici alle società.(g.c.)

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