Anni Sereni, 33 posti a rischio
Scorzè, la casa di riposo è ora gestita dalla Italcliniche di Roma

La casa di riposo Anni Sereni di Scorzè
SCORZE'.
Cresce la preoccupazione dei sindacati per il cambio gestione della Residenza assistenziale sanitaria Anni Sereni di Scorzè a partire dal primo luglio. Cgil e Cisl parlano di 33 posti a rischio, mentre più cauta è la Uil, che aspetta l'incontro di martedì in Provincia, dove attorno al tavolo siederanno pure il Comune, vecchi e nuovi responsabili, per capire cosa succederà.
Di certo il clima non è dei migliori tra i 157 dipendenti, con le lamentele che fanno seguito a quelle dei familiari dei giorni scorsi. Da venerdì, infatti, non ci sarà più il Consorzio Sociale Cps di Treviso a condurre la struttura di via Ronchi ma Italcliniche di Roma. Ora in Anni Sereni ci sono 158 ospiti e altri 30 posti nel centro diurno per non autosufficienti. La nuova società provvederà a una riorganizzazione del personale, tra cui la chiusura della lavanderia, mentre in cucina sarà ridotto il numero delle ore di lavoro perché si faranno i pasti solo per gli anziani. Cgil e Cisl parlano già di stato di agitazione se in Provincia non arriverà la fumata bianca. «Una situazione preoccupante - spiega Luca Zuin di Cisl-Fisasca - con 33 che non saranno confermate a Scorzè e se volessero un nuovo contratto, dovrebbero trasferirsi a Eraclea od Oderzo. Martedì sarà il giorno della verità e chiediamo a Provincia e Comune di salvare i posti». Anche Samad El Ghanami di Cgil-Fp guarda alla prossima riunione come uno spartiacque."Abbiamo incontrato il sindaco Giovanni Battista Mestriner - precisa - e so che farà presente i problemi alla nuova proprietà. In lavanderia, che chiuderà, ci sono vedove, donne con figli all'università e con mutui da pagare. Che ne sarà di loro? E poi delle signore incinte? Non escludo lo stato di agitazione già dal primo luglio se il vertice dovesse andare male». Pietro Polo, della Uil-Fpl, non vuole trarre conclusioni affrettate. «C'è preoccupazione tra il personale - commenta - ma non fasciamoci la testa prima di romperla: si rischia di fare solo allarmismo. Aspettiamo di vedere cosa accadrà martedì, quando dall'azienda sapremo i numeri della riorganizzazione».
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