Anello ferroviario tra la stazione e l’aeroporto «Riattivare i Bivi»
Potenziare i trasporti ferroviari in terraferma con una nuova linea di gronda, lunga 10 chilometri che forma un anello ferroviario tra la Venezia-Trieste, la stazione di Mestre e l’aeroporto Marco Polo. E un investimento per una uscita a sud dei binari nella zona di Porto Marghera potenziando la stazione Marghera scalo. Idee sottoposte dal sindacato Orsa all’attenzione dei ministri Giovannini (Infrastrutture), Giorgetti (Sviluppo economico) e Brunetta (Funzione pubblica) ma anche ai vertici di Regione, Comune di Venezia e Porto, a Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria e Massimo Zanon, presidente della Camera di commercio per una condivisione larga.
Spiega il segretario del sindacato dei ferrovieri Orsa, Ezio Ordigoni: «Serve una nuova uscita a sud nella zona di Porto Marghera, che si raccordi con le linee ferroviarie a monte dell’impianto di Mestre, e, sempre a Mestre, una nuova uscita lato Venezia che bilanci in parte le potenzialità delle linee», che non si possono esprimere per i limiti di transito dei convogli sul ponte per Venezia. Altra richiesta la riattivazione della linea ferroviaria dei Bivi dove dirottare il traffico merci, sgravando dai treni merci le linee che arrivano alla stazione di Mestre. Progetti necessari a dare competitività all’area industriale e ai progetti della Zes-Zls per la piattaforma lofgistica. «Una nuova uscita ferroviaria a Mestre lato Venezia era presente sino al 2020 (linea AV verso Trieste). La stessa passava per l’aeroporto di Venezia rendendovi possibile il servizio degli Eurostar. Oggi giorno tale intervento (rilevante ai fini dello sbottigliamento del traffico ferroviario veneto) è stato rimosso e non riproposto in altra veste. Andrebbe perlomeno ripristinato nella tratta Mestre – Aeroporto di Venezia per permettere la crescita dei servizi ferroviari (Metropolitani e di Alta velocità», segnala il sindacato Orsa. Alla stazione Porto Marghera sono iniziati i lavori di restyling. La lettera contiene anche uno studio, pubblicato su Ingegneria ferroviaria, nel maggio 2020, da Karim Calamari, Gabriele Pupolin e Simone Santer e che evidenzia la utilità della linea ferroviaria di gronda che da Mestre costeggia la laguna e arriva all’aeroporto Marco Polo con due fermate intermedie, al parco di San Giuliano e a Campalto. Linea che ricorda il vecchio progetto dell’Alta velocità, contestato per l’impatto ambientale. A detta degli esperti di trasporti, con attenti correttivi, la soluzione rimane valida per i benefici su Mestre ma anche per tutta quella vasta area metropolitana che parte oggi dalla terraferma veneziana e si estende fino a Padova e Treviso.
Nello studio, gli ingegneri, scrivono che realizzando la linea dei Bivi, la bretella aeroportuale e la linea di gronda, sono possibili «collegamenti diretti tra Padova, Treviso, Mestre e Venezia S.Lucia con l’aeroporto» con percorrenze in media di 30 minuti.
«Il tema resta: tra trent’anni sarà necessario realizzarlo perché il problema dell’alta velocità verso Trieste tornerà a porsi vista la rilevanza. Si può scegliere o meno di bypassare Mestre utilizzando la linea dei Bivi ma la questione si pone», ribadisce Pupolin. La linea di gronda potrebbe rappresentare una alternativa alla soluzione, da molti osteggiata, del cappio di binari della bretella di raccordo tra la stazione interrata dell’aeroporto e la Venezia-Trieste all’altezza di Dese (progetto che attende il via libera del Cipe per i cantieri da 450 milioni) e valorizzerebbe anche le stazioni Sfmr di via Olimpia e Carpenedo. —
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