«Aneddoti e personaggi tipici così cerco di incuriosire i turisti»

la storia
«Mi diverto ad accompagnare i turisti negli angoli meno noti della città». Sergio Ravagnan, insegnante, scrittore, giornalista, autore di molti libri sulla storia locale, tra cui una “Storia di Chioggia” nel 2004 e una guida della città nel 2015 in doppia lingua, da qualche tempo si diletta a cimentarsi anche come guida volontaria per gruppi di turisti alla ricerca della Chioggia meno nota. Il tour più recente è stato con un gruppo di 40 sacerdoti della Diocesi di Padova e il loro vescovo, monsignor Claudio Cipolla.
«Sono rimasti tutti piacevolmente sorpresi», racconta Ravagnan, «diciamo che ho giocato in casa perché, accompagnando un gruppo di prelati, ho avuto le porte spalancate per tutto il giorno nelle chiese e il grosso del patrimonio storico artistico è proprio racchiuso nelle chiese e nel museo diocesano. Parto sempre dagli itinerari ufficiali, ne abbiamo distinto cinque qualche tempo fa assieme al pittore Dino Memmo che abbiamo descritto in un sito (www.artechioggia.it) con schede sulle opere, filmati e contatti utili, ma poi divago raccontando le bellezze nascoste del territorio, aneddoti e curiosità».
I cinque itinerari sono la zona del Museo civico San Francesco fuori le mura, che comprende anche la biblioteca civica Cristoforo Sabbadino; la porta di Santa Maria, con il Refugium peccatorum e il museo diocesano di arte sacra; la zona della cattedrale del Longhena con il campanile romanico, le chiesette di San Martino e San Pieretto, gli oratori di San Francesco alle stigmate e di Nostra Signora, la chiesa di San Francesco vecchio; la zona centrale della basilica di San Giacomo con lo stendardo, la chiesa della Santissima Trinità e l’oratorio dei Rossi, la chiesa dei Filippini, la chiesa e il convento di Santa Caterina; la zona di Vigo con la chiesa di Sant’Andrea e il campanile che ospita l’orologio da torre più antico del mondo, palazzo Grassi, le casette di palazzo Morosini, il ponte di Vigo e il leone marciano, il santuario di San Domenico.
«Racconto la storia della città ma anche la sua vivacità di oggi», spiega Ravagnan, «un tratto endemico dei chioggiotti. Parlo di quanti, pittori, scrittori o semplici turisti, nei secoli sono arrivati magari per caso a Chioggia e se ne sono innamorati. Mi capita di tenere corsi di storia locale a giovani laureati per conto di Unioncoop, a loro cerco di trasmettere la passione per la conoscenza della propria città. Più volte li ho anche spronati a creare una cooperativa di giovani per gestire le visite guidate alla scoperta di questi tesori e per tenere aperte le strutture con continuità, mettendo in fila uno dopo l’altro tutto quello che c’è, ma che spesso viene visto o raccontato a spezzoni, senza una visione d’insieme». —
E.B.A.
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