«Andiamo a salvare un amico» Poi lo schianto a 140 all’ora

CINTO CAOMAGGIORE. «Voglio salvarlo, andiamo a salvarlo». Sono queste le parole che Mara Demo ha riferito a Davide Zavattin caricandolo sulla vettura prima di schiantarsi sulla curva maledetta di via Venezia, a San Biagio, sul tragitto che avrebbe dovuti portarli in via Noiari a Summaga, dove l’amico di Mara aveva annunciato di volersi ammazzare. Da ieri la 25enne è iscritta nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo. «Per favore», aveva detto poco prima al telefono ai vigili del fuoco, «c’è un amico che vuole farla finita. Dovete portarvi dove c’è il cantiere del sottopasso, a Summaga». I vigili del fuoco hanno individuato quel cantiere in via Noiari, poco prima della linea ferroviaria Portogruaro – Treviso. Il punto di riferimento che i pompieri portogruaresi individuano, domenica pomeriggio attorno alle 18, è una villetta occupata da due persone anziane, modesta ma allo stesso tempo elegante. In quella villetta in via Noiari i pompieri non ci arriveranno mai. Mentre stanno per raggiungerla sono dirottati dal comando metropolitano in via Venezia a San Biagio, in territorio comunale di Cinto. A quel punto Mara ha composto per la seconda volta il 115.
«Ho avuto un incidente, ma non so dove mi trovo. Aiutatemi». I pompieri del turno B di Portogruaro arrivano a individuare la posizione della vettura, probabilmente con la geolocalizzazione del telefono. Mara aveva affrontato la curva verso destra vicino alle case delle famiglie Sut a velocità molto sostenuta, oltre i 140 km orari. Probabilmente, considerata l’oscurità, non si è accorta della curva ed è andata dritta. La Passat si è ribaltata più volte, finendo la sua folle corsa a ridosso di un fosso, non lontano dai vigneti, dopo aver abbattuto due pali dell’illuminazione pubblica e un cartello stradale. Davide era rimasto schiacciato dalla vettura: non indossava le cinture ed era sbalzato fuori dall’abitacolo. Una morte assurda, terribile. Quei vigili del fuoco che in pochi minuti sono stati contattati due volte da Mara si sono resi subito conto di essere di fronte allo scenario di un incidente dagli esiti mortali. Nella seconda telefonata non era stato fatto alcun accenno alla presenza di un passeggero. E quel passeggero, che giaceva sul terriccio fangoso privo di vita, era una conoscenza di quei vigili del fuoco intervenuti.
«La ragazza non riusciva a parlare», ha confidato un pompiere accorso sul luogo della sciagura, «quando abbiamo visto bene il volto del passeggero ci siamo resi conto subito che era Davide. Il nostro amico». Zavattin aveva fatto il militare nei pompieri 20 anni fa ma era rimasto vigile del fuoco dentro al cuore. La salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Portogruaro. Ieri mattina il pm Faion ha ordinato l’ispezione cadaverica sulla salma. Nella cella mortuaria l’esame esterno è stato eseguito dal medico legale Antonello Cirnelli. Il quale ha stabilito che Zavattin è deceduto per trauma cranico. A ucciderlo sarebbe stato l’impatto col parabrezza. —
Rosario Padovano
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