Anatre, pavoni e cigni senza cibo

È accaduto per più di dieci giorni. La segnalazione dei residenti

Gestire un’oasi di animali nati in cattività e abituati alla presenza umana non è un compito facile, questo è risaputo. Richiede impegno, sacrifici, rinunce e amore verso queste creature, siano essi cani, gatti o uccelli. Ma a Mestre sembra che ci sia anche chi, pur prendendosi un impegno con l’Ente Parchi, trascuri il suo mandato e abbandoni a se stessi gli uccelli dell’oasi del Parco Bissuola. Da dieci giorni, infatti, gli animali, come fanno notare alcuni residenti della zona, non vengono nutriti e i due operatori, appaltati dall’Ente Parchi, non si sono fatti vedere.

«È da oltre 10 giorni», fa notare uno dei residenti che preferisce mantenere l’anonimato, «che nessuno si presenta. Abbiamo fatto alcune segnalazioni anche alla Polizia Municipale, ma non sono mai intervenuti». Gli abitanti della zona sono affezionati a questi cigni, anatre, pavoni e monitorano costantemente la situazione. Da circa dieci anni, poi, c’è anche chi, come Luigi Garatti, ormai in pensione, cerca di nutrire gli animali come può ma è preoccupato anche del fatto che di cuccioli non ci sia alcuna traccia. «L’Ente dice che volano via, ma dubitiamo di questo», fa notare Garatti, «dal momento che anche il responsabile della Lipu ci ha fatto notare come non si tratti di uccelli migratori». Sembra che la fornitura di cibo non sia costante (come in questi ultimi 10 giorni) e, quando invece avviene, sia scarsa.

Intervistato, il responsabile Lipu Gianpaolo Pamio conferma: «Ci sono giunte diverse segnalazioni inerenti lo stagno anatidi presente nel Parco della Bissuola a Mestre», conferma Pamio, «ci avvisano che gli incaricati alla fornitura del cibo agli animali dal 9 al 21 agosto non hanno provveduto al loro nutrimento. Solo grazie all’interessamento di residenti, impietositi dalle grida degli animali, si è riusciti a intervenire, per quanto possibile, fornendo loro cibo adeguato alle diverse specie».

Pamio non accetta giustificazioni legate a ferie o assenze. «L’alimentazione degli animali da parte del personale addetto non può mancare», conclude, «dal momento che si tratta di specie non abituate a procacciarsi il cibo da sole. Gli operatori, se impegnati, devono delegare il compito affinché il cibo non manchi mai e, soprattutto abbia attinenza alla dieta degli uccelli».

Gian Nicola Pittalis

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia