Amadi, il maestro dei mototopi festeggia 65 anni di attività

Familiari, amici e clienti si sono stretti attorno all’artigiano di Burano. La sua è una storia che è un tutt’uno con la famosa isola dei merletti

Alberto Vitucci
Un mototopo in laguna
Un mototopo in laguna

Nella sua lunga vita ha costruito 1.800 barche. La gran parte dei mototopi da trasporto circolanti ancora oggi in laguna sono opera sua. Agostino Amadi è un maestro d’ascia che ha lasciato il segno nella produzione di barche veneziane.

Il suo piccolo cantiere a Burano è diventato negli anni uno dei più importanti, luogo della produzione e della manutenzione di barche tipiche e nuovi prototipi.

Adesso Amadi, 87 anni, festeggia il suo 65esimo anno di attività in cantiere.

Un vero record. Per ricordarlo, i suoi dipendenti hanno organizzato una grande festa con amici, familiari e clienti per lunedì al ristorante Galuppi in piazza a Burano.

Agostino Amadi
Agostino Amadi

Una storia che è tutt’uno con quella dell’isola della pesca e dei merletti, quella di Amadi. Aveva cominciato a 17 anni, con il padre Giovanni, a riparare vecchie barche in legno nello squero di famiglia. Si era inventato per primo l’impianto elettrico a bordo delle barchette a motore. «Per non essere investito di sera dalle barche più grandi», spiegava.

Poi nel 1960, non ancora 21enne, il riconoscimento di maestro d’ascia. Numero 2 del registro, dietro al padre Giovanni. E in questi decenni una produzione che ha riguardato i modelli antichi della flotta lagunare, ma anche la grande rivoluzione degli anni Ottanta, con i primi mototopi costruiti in vetroresina e non più in legno. Accanto alle tradizionali mascarete, s-cioponi, sandoli, nel cantiere di via San Martino destro si possono notare ancora oggi barche da trasporto in costruzione e manutenzione con i motori di ultima generazione. E poi le tradizionali tope e topette, lo “zatterino”. E le nuove barche in vetroresina, resistenti e adatte alla nuova situazione del traffico, bisognose di meno manutenzione.

«Il moderno deve viaggiare insieme all’antico», spiegava nel suo libro autobiografico, «Il cantiere di una vita», edito da Cierre nel 2014. Tra i suoi grandi estimatori il sindaco filosofo Massimo Cacciari. «La storia di Agostino”, diceva, «è la storia di una navigazione difficile, affrontata con coraggio, con grande dignità e responsabilità per il suo lavoro e la comunità a cui appartiene».

Nella sua isola è una sorta di eroe. Ospite d’onore agli eventi remieri organizzati dalla Vogaepara, stimato maestro per generazioni di vogatori e squerarioli alle prime armi. Nella sua carriera c’è anche il restauro compiuto in tempo di record della bissona Serenissima, che stava per affondare. Rimessa a posto in tempo per partecipare alla Regata Storica del 2008.

Una vita passata in cantiere, a lavorare e insegnare ai suoi allievi i segreti delle barche antiche. Oggi il cantiere Amadi di Burano è un segno dell’eccellenza veneziana nel mondo.

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