Altobello, se il quartiere decide di raccontarsi

Prende il via un «diario sentimentale» guidato dall’attrice Paola Brolati
MESTRE 05/09/2005 via Costa Chiesa Madonna Pellegrina (C) Bertolin Matteo richiesto da MION MESTRE 05/09/2005 via Costa Chiesa Madonna Pellegrina
MESTRE 05/09/2005 via Costa Chiesa Madonna Pellegrina (C) Bertolin Matteo richiesto da MION MESTRE 05/09/2005 via Costa Chiesa Madonna Pellegrina



Il progetto ha un nome evocativo, il “Filò della città”. E parte da un quartiere di Mestre che ha un fortissimo attaccamento alla sua storia. Altobello, fu Macaè, a due passi da piazza Barche.

Qui sabato prende il via un progetto di narrazione collettiva che potrebbe diventare, per dirlo con le parole dell’ideatrice, un «diario sentimentale di Mestre», raccontata dai ricordi, dalle foto, dai pensieri dei cittadini. «Un diario proiettato al passato ma anche al presente, a quello che sono oggi i quartieri di Mestre», spiega l’attrice Paola Brolati, diventata famosa, certo, per “Pane e tulipani” di Soldini, ma anche per tanti spettacoli a Mestre, come a Zoldo, dedicati alla memoria di chi siamo.

«Visto l’interesse suscitato dal primo lancio dell’iniziativa sui social speriamo arrivi tanta gente», ci dice Paola Brolati che ha ideato il laboratorio di narrazione assieme a Isabella Stevanato, passata dal Centro Donna alla Vez, la biblioteca civica di Mestre, che collabora al progetto. «Ad Altobello era nato mio padre, morto lo scorso anno, classe 1926. Lui mi raccontava sempre del quartiere, della casa di via Pepe. Oggi Altobello è un esempio interessante di situazione controversa», spiega l’attrice, come sempre affiancata dal socio Charlie Gamba.

Si inizia sabato 12 ottobre. Appuntamento alle 15 al patronato di via Altobello 4 per la presentazione di questi dieci incontri (tutti il sabato pomeriggio) con i cittadini che vorranno partecipare. «Ogni sabato per dieci incontri raccoglieremo testimonianze, ricordi, immagini, suoni, profumi. Chi vorrà partecipare alla performance finale, prevista a dicembre, imparerà tecniche di narrazione», spiega la Brolati nel lancio della iniziativa.

«Ci piacerebbe che dopo questi tre mesi, il progetto continuasse con altre iniziative simili negli altri quartieri di Mestre, per rendere il senso di un “diario sentimentale” cittadino», spiega.

Il logo del progetto mostra le tettoie di via Fornace, ancora occupate dai cantieri di Ater, con un gruppo di cittadini davanti. L’obiettivo, con i dieci incontri del laboratorio, è quello di organizzare per il 21 dicembre uno spettacolo teatrale che veda i cittadini, con le loro storie e ricordi, protagonisti.

Altobello si presta benissimo a diventare il set di un racconto collettivo e popolare.

Qui ci sono tanti cittadini attivi: dal gruppo di lavoro che ha fatto da voce, critica e collaborativa, ai cantieri del “Contratto di quartiere”, che ha cambiato parte del volto dell’area, da via Costa a via Fornace.

E che attende ancora gli atti finali per dirsi davvero concluso.

Altobello ospita da poco le prime case Ater con badante condominiale. Ci sono i cittadini del gruppo In cammino; le realtà, compreso il gruppo di teatro, che operano al centro civico, presso l’ex Pellico.

Luci e ombre urbane permangono. Sono le situazioni controverse di cui parla la Brolati: in via Squero, il grande progetto di riconversione urbana, finanziato dal ministero, dal Comune, dalla Regione e dai privati, non è mai arrivato. E le case popolari della “Nave”, nel degrado, attendono i cantieri di Ater . Il parco all’ex Carbonifera è rimasto un sogno. Mentre la zona fino a via Milano è anch’essa cambiata: ci sono i palazzi moderni dell’area Trolese e i nuovi grandi uffici dell’amministrazione pubblica, non lontano dalle scuole di via Kolbe. —



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