Alpi Eagles, indagine per bancarotta

Da un lato si trova ad essere indagato per bancarotta a causa del fallimento delle linee aeree che aveva fondato e poi affondato, “Alpi Eagles”. Dall’altro, proprio ieri, il giudice Alberto Scaramuzza avrebbe dovuto decidere se archiviare, come ha chiesto la Procura, le pesanti accuse che l’imprenditore padovano Paolo Sinigaglia ha lanciato contro il presidente di Save Enrico Marchi, la società che gestisce l’aeroporto di Tessera, e contro Vito Riggio, presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile.
Il suo esposto parlava di comportamenti estorsivi e usurai, che avrebbero addirittura favorito il fallimento della società, ma il magistrato ha rinviato l’udienza all’11 luglio per decidere se la richiesta di archiviazione della pubblico ministero Laura Cameli, la quale sostiene che non via siano elementi di prova nei confronti di Marchi e Riggio, vada accolta o meno. Ma, presumibilmente, quello che preoccupa maggiormente Sinigaglia è la pesante accusa che la pm Cameli gli muove, in concorso con gli altri componenti del consiglio d’amministrazione di «Alpi Eagles» e con i tre componenti del collegio sindacale.
La rappresentante della Procura veneziana ha depositato gli atti, messi così a disposizione degli avvocati della difesa, e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio sul quale dovrà decidere un giudice dopo l’udienza preliminare. Il Tribunale civile di Venezia aveva deciso per il fallimento della società di Sinigaglia dopo due anni di amministrazione straordinaria nel mese di maggio 2011: il passivo era un vera voragine, circa 60 milioni di euro.
Gli accertamenti della Guardia di finanza anche sulla base delle relazioni del curatore, il commercialista veneziano Gianluca Vidal, hanno segnalato numerose irregolarità che hanno convinto la rappresentante dell’accusa a chiudere l’indagine depositando gli atti nei confronti di tutti coloro che hanno amministrato e gestito conti e bilanci della compagnia aerea veneta.
L’esposto alla Procura veneziana contro Marchi e Riggio, invece, è uno dei capitoli della guerra di Sinigaglia contro la Save e il suo presidente. Una guerra che si è conclusa con la vittoria del secondo, anche se rimane ancora aperto questo ultimo capitolo. Stando all’imprenditore padovano, la Save avrebbe imposto a lui e ai suoi aerei di pagare tasse aeroportuali molto alte, lo stesso per l’affitto di un grande hangar per la manutenzione dei velivoli e per le royalties sui carburanti. Ci sono state azioni civili, pignoramenti, cause anche davanti al Tribunale amministrativo oltre che davanti al Tribunale ordinario e pure indagini penali. Ma era cominciata, dieci anni fa, per il controllo della Save: Sinigaglia aveva addirittura tentato di scalzare dal vertice dalla società di gestione dello scalo lagunare Marchi, eppure entrambi allora erano alla corte dell’allora presidente della Regione Galan.
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