All’asta le imbarcazioni dei pescatori di frodo Vendute anche a 150 euro

Che fine fanno le imbarcazioni confiscate dalla polizia provinciale ai pescatori di frodo, nella maggior parte dei casi sorpresi a pescare vongole in zone proibite? Vanno all’asta. Nei giorni scorsi si è chiusa una di queste vendite, che la Città Metropolitana ha affidato a IT Auction. Su 20 barche disponibili tra natanti da diporto a motore di varia tipologia (modelli cofano, open e patanella), ne sono state aggiudicate 19 attraverso un’asta on line. Si tratta di mezzi, va detto, su cui nella maggior parte dei casi è necessario mettere le mani e che, salvo qualche raro lotto, vanno dotati di motore. Ma è anche vero che i prezzi a cui sono stati assegnati (provvisoriamente, visto che c’è tempo fino a domani per effettuare il pagamento e concludere la vendita), erano più che appetibili.
C’è chi ha sborsato 150 euro per un natante in vetroresina. Chi ha speso di più (2.150 euro) lo ha fatto per un natante da pesca e diporto tipo cofano lungo 5 metri e 20 con motore fuoribordo Yamaha da 29,40 cavalli. Di media la spesa è stata fra i 300 ed i 500 euro, con cinque imbarcazioni che invece hanno sfondato quota mille euro. Solo una patanella, con base d’asta fissata a 50 euro, non è stata assegnata ad alcun offerente. Una volta che la procedura di vendita verrà completata, la Città Metropolitana incasserà quasi 15mila euro.
Le visite virtuali ai lotti sul portale industrialdiscount.it sono state 35.285, con 59 ispezioni e altrettante cauzioni versate. I partecipanti sono stati 48 ed i vincitori 15, tenuto conto che qualcuno si è aggiudicato più di un lotto.
Le imbarcazioni erano tenute dalla polizia provinciale a Marcon, nel deposito di vicolo Perosi, e al Lido. Proprio la sede di Marcon, un paio di settimane fa, era stata visitata dai ladri che erano riusciti a rubare tre motori marini (un cofano, un open e una patanella) che precedentemente erano stati confiscati per illeciti legati alla pesca da parte della polizia provinciale e già destinati a finire all’asta. Per quel colpo, i carabinieri erano riusciti ad arrestare in flagranza due uomini e una donna, tutti dell’Est Europa e con precedenti, che erano stati sorpresi poco distante dal deposito a bordo di un’auto dove erano stati caricati i motori, oltre ad arnesi da scasso e berretti in lana per camuffarsi. —
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