All’Angelo con il dito rotto il radiologo non lo vede

MESTRE. Il dito era fratturato ma il radiologo non se n’era accorto. Così il paziente - un avvocato mestrino - si è trovato a dover fare i conti con una menomazione permanente alla funzionalità dell’a...
MESTRE. Il dito era fratturato ma il radiologo non se n’era accorto. Così il paziente - un avvocato mestrino - si è trovato a dover fare i conti con una menomazione permanente alla funzionalità dell’articolazione del dito. Il medico dell’ospedale dell’Angelo (ora in pensione) Francesco Brusatin, 68 anni, residente a Mogliano, è finito a processo davanti alla giudice monocratica Chiara Venturini con l’accusa di lesioni personali colpose. Ieri il procedimento è arrivato alle battute finali. Il medico ha risarcito il paziente che quindi ha ritirato la querela da cui si era originato il procedimento penale. Così la giudice monocratica Venturini ha pronunciato sentenza di non doversi procedere per avvenuta remissione della querela.


I fatti oggetto del procedimento risalgono al novembre del 2012. L’avvocato si era presentato al pronto soccorso lamentando un fortissimo dolore al dito dopo essersi fatto male durante un allenamento sportivo. Era stato mandato in Ortopedia e da qui in Radiologia dove era stato sottoposto all’accertamento eseguito da Brusatin. Stando a quanto contestato dalla Procura veneziana, il professionista avrebbe «omesso di diagnosticare in sede di radiografia la frattura con distacco parcellare alla base della falange intermedia sul versante volare del quarto dito della mano sinistra». Una omissione, questa, che aveva causato al paziente la parziale scomposizione della rima di frattura, ovvero della fessura che separa i due frammenti ossei, dal momento che la mano non era stata adeguatamente immobilizzata dal personale dell’ospedale visto che la frattura non era stata refertata. All’avvocato erano state provocate lesioni con prognosi superiore ai 40 giorni che alla fine avevano comportato la menomazione permanente della funzionalità dell’articolazione del dito, oltre che molti dolori. Il dito era stato ingessato solo un mese dopo, dopo una nuova radiografia.


Rubina Bon


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia