Airbnb, numeri record: sei case su dieci prenotabili tutto l’anno

Gli annunci sul portale a Venezia sono aumentati del 14 per cento dal maggio 2018 e i turisti restano in media tre notti

VENEZIA. Gli annunci di Airbnb a Venezia sono aumentati di 1.100 nel giro di un anno. Diventando, così, 8.469 in totale. Con un incremento del 14 per cento nell’arco di dodici mesi. Sono gli ultimissimi dati, aggiornati a metà maggio, raccolti da Alice Corona, ricercatrice veneziana di Inside Airbnb ed esperta di data journalism.

Numeri che dimostrano come il fenomeno degli affitti non conosce crisi, allargando il numero degli affari turistici (seppur concentrati nelle mani di pochi) e restringendo al contempo gli spazi vitali per i residenti. Secondo l’ultimo bollettino, il 76% degli annunci pubblicizza l’affitto di una casa intera, e non di una stanza.

Dei quasi ottomila e cinquecento annunci, la stragrande maggioranza (e cioè almeno 5.907) possono definirsi attivi. Tradotto: hanno ricevuto una recensione – e dunque una prenotazione – negli ultimi 6 mesi.

In rapporto alla popolazione e allo stock abitativo locale, secondo l’analisi di Alice Corona «il numero totale di annunci suggerisce che ci siano circa 3 annunci ogni 100 residenti, e 6 annunci ogni 100 alloggi».

Oltre il 60% degli annunci (e cioè 5. 044), poi, sono stati occupati per più di 60 notti all’anno. Il dato si ricava sulla base delle recensioni lasciate dagli ospiti e del fatto che Airbnb stessa ha definito come 2,8 notti la lunghezza media di un soggiorno a Venezia.

Ecco perché, secondo gli esperti di InsideAirbnb, il 58% degli annunci può essere definito “commerciale”. Significa un annuncio effettivamente prenotato per più di 58 giorni l’anno, se si tratta di un annuncio per una casa/appartamento intero; o per più di 88 giorni l’anno, nel caso si tratti di un annuncio per una stanza. Insomma, nella maggior parte dei casi attività non-occasionali. È la conferma che in moltissimi casi le affittanze turistiche sono gestite come imprese, prenotabili tutto l’anno o quasi. E di certo non occupabili dai residenti, costretti in misura sempre maggiore a rivolgere lo sguardo lontano dalla laguna alla ricerca di una casa dove vivere.

E infatti, nella ricerca di Alice Corona si nota come gli annunci non siano distribuiti uniformemente nel territorio del Comune. «Il 76% si trova nella città storica» si legge «mentre solo il 6% nell’Estuario e il 19% in Terraferma. In rapporto agli abitanti, questo significa che nella città storica ci sono 12 annunci di Airbnb ogni 100 residenti. In rapporto allo stock abitativo totale, vuol dire che circa il 12% degli alloggi della Città Storica è su Airbnb».

Così come per la distribuzione, anche i ricavi subiscono grosse altalene. Un “host” veneziano che affitta un appartamento intero per due ospiti guadagna in media 1.602 euro al mese (19. 224 l’anno). Eppure, pare che pochi host concentrino il grosso del guadagno. Il 5% con il più alto profitto vede infatti entrare nelle proprie tasche il 32% del totale degli annunci a Venezia. Il motivo?

Semplice: «Sulla piattaforma» conclude lo studio di Alice Corona «abbondano host che affittano decine e decine di appartamenti, gestendo quello che, più che un tradizionale “home sharing”, sembra una rete di strutture turistiche decentralizzate. In sintesi, il 27% degli host controlla il 62% degli annunci». —


 

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