«Ai Gasometri un turismo di qualità per coinvolgere artigiani e studenti»

«Un turismo di qualità può dare più vantaggi alla città rispetto alla vendita sul mercato di appartamenti di lusso». Ivan Holler, proprietario di Mtk, torna a parlare del progetto di recupero dell’area degli Ex Gasometri nella quale da poco sono iniziate le operazioni di bonifica (per un costo di 4 milioni). E lo fa proprio alla vigilia della manifestazione che oggi, alle 19, sfilerà in un primo momento da San Giovanni e Paolo fino alle Fondamente Nuove per dire no al nuovo pontile per lancioni a pochi passi dalla cavana del Pronto Soccorso; e in un secondo momento, toccherà anche l’area di San Francesco della Vigna. Filo conduttore, in entrambi i casi, è il contrasto all’idea di una città ad uso e consumo del turismo che per gli organizzatori vede ridurre gli spazi destinati alla cittadinanza. E nel mirino della manifestazione c’è anche il progetto delle stanze di lusso dentro gli scheletri industriali di Castello.

Ma il dibattito, per Holler, deve spostarsi altrove. E cioè sul tipo di turismo di cui Venezia ha bisogno: no al mordi e fuggi, sì alla qualità come nelle ultime settimane ripetono albergatori, amministrazione ma anche esercenti e lavoratori del settore. «Noi abbiamo acquistato l’area Gasometri per costruire abitazioni come da delibera comunale», spiega Holler, «puntiamo a una rigenerazione territoriale con vantaggi per la salute di residenti, studenti e ambiente e con una darsena per residenti, botteghe e associazioni». E qui entra in gioco la ricetta di Mtk, a detta dell’imprenditore austriaco necessaria a un turismo di qualità. «Serve una logica di rete dei servizi e degli artigiani locali, del commercio originale veneziano e negozi storici, dei musei e ristoranti. Ai turisti andrebbe proposta la scuola di voga alla veneta, eventi e cultura a tutto campo. Viceversa la non qualità è il turismo “mordi e fuggi” che spende pochissimo o nulla, quello che intasa la città e fa arrabbiare i residenti». Le ricadute, per Holler, sarebbero anche sul piano dell’occupazione: «Se viene fatta ospitalità anziché abitazioni, si possono creare almeno 150 posti di lavoro diretti, più una parte importante di indiretti con i servizi. Un’opportunità in più, anche magari per i giovani veneziani che studiano, ad esempio, nell’istituto alberghiero Barbarigo». E verso chi manifesta? «Abbiamo scelto il dialogo, con incontri, progetti scolastici e aggiornamenti online». —

e.p.

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