Agusta, gli elicotteri volano via

I sindacati: «Preferiscono toglierli a Tessera con scuse senza fondamento»

TESSERA. Ad Agusta sembra non interessare il personale delle ex Officine Aeronavali ancora alla dipendenze di Alenia ma attualmente in trasferta a Capodichino o in altri siti italiani dell’azienda che fa capo al Finmeccanica, la holding di Stato da mesi in subbuglio per le inchieste anti-corruzione. Eppure Agusta Westaland che è specializzata nella costruzione di elicotteri militari, malgrado gli accordi sottoscritti due anni fa con i sindacati, ha annunciato che preferisce spostare una commessa di lavoro per il retrofit di 4 elicotteri Nh90 per l’aereonautica militare italiana nel suo sito a Frosinone. «La scusa ufficiale secondo i dirigenti di Agusta è che nell’hangar C di Tessera, dove si fanno ancora le manutenzioni dei grandi Awacs della Nato, non c’è posto per questa commessa di lavoro, ma non è vero», spiegano i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil. «Nell’hangar c’è metà spazio libero e anche la scusa che per il retrofit dei primi 4 aerei per l’aeronautica italiana c’è bisogno degli stessi lavoratori specializzati che sono occupati sugli Awacs, non ha senso, se non quello di evitare di riportare a Tessera le decine di lavoratori i veneziani con famiglia, leggi obbligo a lavorare in trasferta in giro per l’Italia». «Siamo perciò in presenza di una decisione gravissima dell’azienda, priva di argomenti», proseguono in un comunicato Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm. «Se confermata rischia di impoverire la missione produttiva di Tessera e di mettere in discussione gli accordi sulla riorganizzazione del sito e l’assorbimento del personale Alenia Aermacchi».

«Con relazioni sindacali gestite in modo unilaterale dall’azienda», aggiungono i sindacati, «non si risolvono i problemi dei lavoratori, né le criticità produttive dato che, tra l’altro, l’azienda continua a tacere sulle cause che stanno determinando i ritardi produttivi e di consegna degli NH 90. Ma n on è nostra intenzione alimentare contrapposizioni tra lavoratori e tra stabilimenti, ma tutti sanno che i lavoratori di Tessera hanno già pagato un prezzo altissimo alle scelte fallimentari del passato che hanno portato all’uscita dalle trasformazioni aeronautiche e alla chiusura delle ex Aeronavali».

Per i sindacati dei lavoratori, quindi, «il sito Agusta a Tessera non può essere considerato né un reparto né una appendice produttiva di altri siti del gruppo, ma uno stabilimento che va rafforzato attraverso programmi produttivi che valorizzino le competenze tecniche e professionali, con piani di investimento, in applicazione degli accordi sottoscritti tra le parti. Finmeccanica, che è l’azionista di riferimento sia di Agusta che di Alenia nonché garante delle intese sottoscritte su Tessera, intervenga per far rispettare gli accordi sulla riorganizzazione del sito di Tessera a partire dagli impegni produttivi e occupazionali, retrofit compreso, assunti da Agusta».

Gianni Favarato

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia