«Agenzia dell’Acqua in laguna», Brugnaro a ruota libera al Rotary

Agenzia europea dell’acqua in laguna. Per studiare la risorsa che nei prossimi anni diventerà come l’oro. «Ci stiamo lavorando, offriremo degli spazi importanti. Questo è il futuro di Venezia». Il sindaco Luigi Brugnaro nell’arena del Rotary club. Serata dedicata al Salone Nautico, all’hotel Monaco, con un centinaio di soci pronti a interrogare il primo cittadino. Lui parte deciso. Senza voce, ma l’energia non gli manca. Parla per quasi due ore. Saluta con affetto il suo predecessore Giorgio Orsoni, seduto in prima fila: «Un amico, una brava persona». Tocca i temi di attualità. Racconta aneddoti inediti e suscita qualche risata tra il serioso pubblico rotariano. «A quest’ora faccio anche un po’ di cabaret», attacca, «ragazzi adesso vi racconto qualcosa».
Parla per la prima volta del suo ultimo incontro con il ministro delle Infrastrutture, il grillino Danilo Toninelli a Roma. «È venuto a Venezia in novembre, una settimana dopo la grande acqua alta», racconta, «gli ho chiesto una risposta sulle navi. Sono andato a Parigi, ho convinto quelli dell’Unesco a darci una proroga di due anni. Ma adesso bisogna dare risposte concrete. Pareva che avesse capito.... macché. A Roma mi ha consegnato una lettera spedita a Musolino. Ou, non son miga un postin...! La lettera è indirizzata al presidente del Porto, che dipende da lui. Gli chiede di verificare tre siti alternativi per le grandi navi, entro 60 giorni: il Lido, Malamocco e Chioggia. Capisco che l’intenzione è quella di andare dopo le Europee. Gli dico: Ministro, noi abbiamo un problema, migliaia di posti di lavoro in ballo, l’Unesco che ci corre dietro. Me l’aveva detto Orsoni: attento all’Unesco. Possiamo parlare di domani mattina? Per ognuna di quelle soluzioni ci vorranno almeno due anni. E intanto le navi dove le mettiamo? Questo mi guarda e dice: xe scritto anche il Vittorio Emanuele. Finita? Nooo. Perché fanno un referendum tra di loro, i soliti dieci, e ferma tutto. I giornalisti mi chiedoni com’è andata? Benissimo...!».
Brugnaro ride. E attacca di nuovo il ministro Cinque Stelle. «Non ha deciso niente, e noi siamo qui ad aspettare. Il Vittorio Emanuele c’è già, non dobbiamo scavare un nuovo canale. Ci passavano le petroliere una volta. Ma il governo non decide niente. Mi ha chiesto quando prende Musolino... pensa te. Parla dei trasporti. Elogi all’azienda pubblica, a Alilaguna, ai piloti Actv. «Bravi sono bravissimi, l’Actv a Venezia funziona, i Veneziani sono abituati a regolare l’orologio con i vaporetti». Gli chiedono perché con la nebbia i vaporetti si fermano. «Abbiamo potenziato i radar. Ma chi convince un ciozoto a guidare se non vuole, in caso di nebbia?». Il turismo e la tassa. «Abbiamo rinviato a fine agosto, è vero», dice, «perchè gli accordi con le Ferrovie dello Stato tardano un po’. Ma non abbiamo fretta. È la prova che non lo facciamo per fare cassa, per guadagnare, ma per regolamentare i flussi. Il vero problema a Venezia sono gli appartamenti turistici. Gli alberghi sono gestiti, c’è il portiere. Gli appartamenti no. Ci vuole una legge che non abbiamo». La residenza. «Non serve stanziare soldi per le case. Bisogna portare lavoro. La crisi dei negozi? Se uno a 80 anni lascia non è un triste declino. È giusto così. L’economia assistita non funziona. Per ripopolare questa città bisogna portare lavoro, attività sostenibili. Passata la mezzanotte, parlato di quasi tutto, la serata si conclude. —
Alberto Vitucci
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