«Affitto troppo caro, chiudiamo»

Lo storico panificio Barozzi a dicembre abbasserà le saracinesche

A fine dicembre anche il panificio Barozzi sarà costretto a chiudere i battenti. Dopo quello di Calle Lunga San Barnaba e la possibile cessazione dell'attività del panettiere Cargnelli ai piedi del Ponte della Donna Onesta, gli storici Gianfranco e Marisa Barozzi, da quaranta anni in Campo Santa Margherita, dovranno a malincuore dire addio a un lavoro e a un posto che amano.

Questa volta non si tratta di uno sfratto, ma del mancato rinnovo del contratto, fino ad adesso riconfermato ogni sei anni. «Ci fanno morire» ha detto Marisa Barozzi, commentando lo stato delle botteghe «I proprietari ci hanno proposto di rimanere, ma con un aumento dell'affitto che non ci possiamo permettere. È impossibile passare da 3500 a 4500 euro, abbiamo già dovuto rinunciare a due persone e adesso è rimasta solo una dipendente. Ci piange il cuore perché io ho 57 anni e mio marito 62, quindi siamo ancora attivi e vorremmo lavorare».

Impossibile anche pensare di acquistare in quanto sembra che per uno spazio (al pianoterra) di circa 100 metri quadri, la somma richiesta sia di un milione di euro. Nonostante non si sappia ancora il destino dell'immobile, non è da escludersi che possa diventare l'ennesimo bar, dato che si affaccia proprio nel Campo più famoso per gli aperitivi.

Il panificio è conosciuto da tutti, in particolare per le buonissime pizzette, e si trova in un locale che è stato ereditato dai discendenti di un noto veneziano che oggi abitano tra Trieste e Padova. «Lui era una persona stupenda» ricorda Marisa Barozzi «e non avrebbe mai voluto che il panificio fosse chiuso. Non appena le persone hanno saputo che dovevamo andarcene, sono venute a dirci: e adesso come facciamo?».

I due hanno trascorso una vita nel negozio. All'interno c'è ancora uno dei forni più vecchi, ancora funzionanti, che occupa un'intera parete. «Veniamo qui verso l'una di notte» raccontano «e iniziamo a fare il pane». Gianfranco e Marisa oggi abitano a Mestre, come molti veneziani. Lui è di Santa Marta, lei di Ca' Noghera, ma l'infanzia l'ha trascorsa a Venezia.

«Non abbiamo l'età per andare in pensione» prosegue Marisa «perché quando ho avuto i figli per dieci anni mi sono occupata di loro. Adesso è dura pensare a cosa fare nel nostro futuro, anche perché noi avremmo continuato con questo lavoro che ci piace tantissimo».

Vera Mantengoli

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