Affari per 150 milioni con le fatture false A processo in 107

DOLO. Davanti al Tribunale di Padova al via il maxiprocesso con 107 imputati chiamati a rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla commissione di una serie di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta dei redditi e corruzione.

Ieri prima udienza per accertare la regolarità delle notifiche. Solo per un imputato (il veneziano Paride Pittarella di Mira) è stata disposta la restituzione degli atti al Gip in quanto vive in Costarica e sono da rifare le notifiche.

Poi il presidente del collegio, il giudice Nicoletta De Nardus, ha rinviato il processo al 5 novembre annunciando che, da metà gennaio, saranno celebrate due udienze al mese. Udienze che si svolgeranno nell’aula della Corte d’Assise attrezzata, per l’occasione, di microfoni in tutte le postazioni per l’imponente pattuglia dei difensori.

In ruoli di primo piano dell’organizzazione sotto accusa sono Massimo Carraro, 56enne di Padova titolare di una ditta di trasporti, e Salvatore Antonio Lazzarin, 67enne di Dolo, considerati i promotori dell’organizzazione con uffici a Padova in via Savelli 120 e alcuni dipendenti.

Secondo l’esito dell’inchiesta coordinata dal pm Emma Ferrero, i due avrebbero messo in piedi una struttura di piccole ditte – con sedi anche all’estero e affidate a prestanomi – deputate a produrre false fatture per operazioni inesistenti.

Il giro d’affari? Sui 150 milioni di euro. Il meccanismo avrebbe consentito ai clienti di dribblare il fisco. Gli imputati sono di varie province italiane. —

Cri.Gen.

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