Aeroporto, terza pista nel 2030
Tessera, stazione intermodale per Tav, Sfmr, tram e sublagunare

Mentre il futuro dell'alta velocità è incerto e in città ancora si discute di quel che concederà o meno il nuovo Pat, per Save il Quadrante di Tessera - delle cui aree oggi agricole domani edificabili ha l'11,9% - e Tav sono una realtà, come i 25 milioni di passeggeri dell'aeroporto del 2020.
A fare il punto sugli investimenti nell'area aeroportuale e dintorni di Save - proprietaria degli aeroporti di Venezia e Treviso - sono stati ieri il responsabile delle relazioni istituzionali Andrea Radic e il direttore dello sviluppo immobiliare Alessandro Nencha, invitati a Ca' Corner dalla I commissione provinciale. Tutto sembra molto concreto: Tav, tram, sublagunare, Porta di Gerhy. In realtà, pende anche un braccio di ferro con il governo sugli aumenti tariffari non ancora concessi. «Il riconoscimento dell'aeroporto Venezia-Treviso come scalo continentale», ha sottolineato l'ingegner Nencha, «fa convegere su Tessera tutte le modalità di trasporto: entro giugno sarà pronto lo studio di fattibilità per la realizzazione di una stazione intermodale unica nel suo genere in Italia, con la stazione della Tav verso Trieste, del sistema metropolitano di superficie da nord, il prolungamento del tram da Favaro, una nuova viabilità stradale per evitare l'attraversamento di Tessera e anche la sublagunare, che però non dipende da noi, ma dal Comune. Nel 2015 prevediamo l'inizio lavori, nel 2020 la conclusione, quando saremo passati dai 9 milioni di passeggeri di oggi ai 20 milioni previsti». E la nuova terza pista che tanto desta allarme? «Sappiamo che la popolazione è preoccupata», prosegue Nencha, «ma la terza pista è al momento solo un'ipotesi lontana, si tratta di un investimento molto oneroso non ancora riconosciuto dal governo, che speriamo possa comunque concretizzarsi nel 2030, perché vorrà dire che l'aeroporto avrà 30 milioni di passeggeri». Tra gli investimenti della società, la recente acquisizione da parte di Airest - società di Save per la ristorazione aeroportuale, con spazi anche in Emirati Arabi, Shanghai, Russia - del 75% del Brand Collezioni che gestisce le gallerie di negozi in numerosi grandi aeroporti, e il proseguimento dell'operazione di Venice Gateway con la porta disegnata da Frank O. Gerhy, per la quale s'ipotizza una società di scopo. Nessun accenno al fatto che l'attuale tracciato della Tav passi proprio «sopra» la nuova porta. E naturalmente il Quadrante di Tessera il cui sviluppo sta molto a cuore di Save: «La strada si perfezionerà con la trasformazione ad aree edificatorie, qui Save spera di creare un cuscinetto tra sedime aeroportuale e nuove aree di sviluppo». Ma su tutte le operazioni pende il macigno del mancato via libera - da oltre un anno - da parte del ministro del Tesoro al piano di aumenti tariffari presentato da Save per rientrare degli investimenti già effettuati, con la delibera ferma al Cipe. Senza i rimborsi del passato, nessun nuovo investimento è possibile. «Save ha investito nell'ammodernamento più di altre realtà aeroportuali e ora il governo deve riconoscere la copertura di ciò che le spetta, mettendo altrimenti Save in forte difficoltà finanziaria», sottolinea Andrea Radic, «è un nodo fondamentale per lo sviluppo futuro e dev'essere una prioritaria questione istituzionale».
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