Addio al neuroradiologo Saggioro un luminare adorato dai suoi pazienti
È mancato martedì notte Gian Carlo Saggioro, classe 1949, fino al 2016 – anno in cui è andato in pensione a 66 anni – neuroradiologo dell’ospedale di Mestre, specializzato in Neuroradiologia d’urgenza e interventistica. Saggioro, proveniente da una famiglia di medici, da diversi mesi combatteva contro il cancro. Martedì notte un’emorragia se lo è portato via. A piangerlo la moglie, il figlio Enrico, medico del pronto soccorso dell’Angelo, il fratello Alfredo, anche lui in pensione, ex primario del reparto di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, le sorelle Nicoletta, medico, e Alessandra, psicologa.
Il padre di Gian Carlo Saggioro, Cesare, mancato nel 2004 all’età di 89 anni e originario di Legnago, era stato a lungo medico universitario, poi per molti anni in Libia, operando in seguito con successo in molte realtà sanitarie del Veneto. È stato uno dei primi radiologi di Mestre. La famiglia successivamente divenne mestrina a tutti gli effetti.
Da quando era andato in pensione, Gian Carlo Saggioro, a parte qualche consulenza medica, si dedicava alle sue passioni e ai suoi passatempi. Tra questi c’era la pesca, una delle attività che più amava e che più lo rilassava e gli dava soddisfazione. Con la sua barca, quando poteva, si recava a pescare al mare, nella zona di Caorle. Fino a settembre era stato benissimo, poi la scoperta della malattia.
«Era una gran bella persona», lo ricorda il fratello Alfredo, «ed era molto amato sia dai suoi pazienti e dalle persone che ha seguito nei lunghi anni di carriera, che dai colleghi in ospedale. Un medico sempre disponibile, sempre pronto, un uomo sempre sorridente con un bel carattere». Una persona che ispirava immediatamente fiducia. Ecco perché le tantissime persone che con lui hanno condiviso un pezzo di vita, professionale e privata, non sanno capacitarsi della sua perdita. Saggioro aveva sempre lavorato all’ospedale di Mestre, che per moltissimi anni è stato la sua casa e la sua famiglia. Ci aveva messo piede sin dai primi anni Sessanta, quando si chiamava Umberto I: lavorò in Medicina, poi in Radiodiagnostica, successivamente fu responsabile della Radiologia ortopedica per poi specializzarsi in Radiologia interventistica e nello specifico nel settore della Neuroradiologia d’urgenza e interventistica, esperto nell’utilizzo di tac, risonanze nel nervo periferico e vertebrale e in delicate procedure all’avanguardia. Era considerato uno dei migliori neuroradiologi del Paese. I funerali si svolgeranno sabato alle 11 nella chiesa di piazzale San Lorenzo Giustiniani.
Marta Artico
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