Addio a Tania e a una lunga storia di città

Dopo la morte del giovane Matteo Ratto, si spegne a 52 anni la zia. L’ortofrutta di piazzetta San Francesco cambia gestione
Tania e Walter Marchiori sorridenti davanti alle pizze fatte da lei
Tania e Walter Marchiori sorridenti davanti alle pizze fatte da lei

MESTRE. Si è spenta all’ospedale di Dolo, dove era stata ricoverata venerdì per un aggravarsi senza ritorno del suo male, Tania Annoè Marchiori. Aveva 52 anni, viveva a Malcontenta e per trent’anni aveva lavorato, assieme al marito Walter Marchiori e alla sua grande famiglia, nel banco ortofrutta di piazzetta San Francesco a Mestre, da dieci giorni chiuso - dopo 61 anni di attività - per un susseguirsi di drammi che hanno piegato una delle realtà più vive, longeve e amate della città. Tania aveva già combattuto contro il cancro quattro anni fa e aveva vinto la sua battaglia.

A settembre, alla fine di un’estate che già aveva portato lacrime e dolore tanto che il banco era rimasto chiuso per due mesi come mai era accaduto per decenni, la nuova aggressione, questa volta senza scampo e fatale. Al lavoro, l’aveva sostituita l’unica figlia, Marika, di 27 anni; ma già a metà di novembre il marito aveva deciso di vendere, o in alternativa chiudere, il banco, per poter stare vicino alla sua compagna di una vita. Domenica all’alba, è arrivata la notizia della morte di Tania.

Il banco Marchiori in piazzetta San Francesco
Il banco Marchiori in piazzetta San Francesco

Il banco, ma allora era soltanto una tavola coperta da una tenda, era stato aperto 61 anni da Alvise e Bruna Marchiori; prodotti ottimi, prezzi altrettanto. Gli affari erano andati sempre in crescendo e ad aiutare i genitori erano arrivati i tre figli: Walter con la moglie Tania, Sabrina con il marito Salvatore Ratto, Luca con la moglie Katia, cui si erano affiancate due dipendenti, Daniela e Lidia. Con i Marchiori, e grazie soprattutto a loro e al richiamo del loro banco sempre pieno di colori, di offerte, di consigli e di allegria, la piazzetta aveva assunto un’identità vera. Intorno, un banco di formaggi, una bella pescheria, i negozi di quartiere (la macelleria, il ferramente, il panificio, il fiorista). San Francesco era rimasto un’isola, mentre tutto intorno le attività venivano vendute e trasformate in empori cinesi e phone center. Il tempo non aveva risparmiato lutti; 11 anni fa, era morto in un incidente di caccia Luca.

Katia aveva cresciuto da sola i suoi due figli, ed era rimasta al lavoro in famiglia. Lo scorso 4 luglio, il dramma. Matteo Ratto, figlio unico di Sabrina e Salvatore, 22 anni, già inserito nell’attività di famiglia, già amato dai clienti, si schianta in moto e muore sul colpo. Per i genitori è un dolore che non ammette uscita, al banco non torneranno più. Salvatore trova un altro impiego, Sabrina accarezza il ricordo del figlio. Resistono i nonni Bruna e Alvise, resiste Walter; si riparte. Ma subito, Tania si ammala. A San Francesco cala un velo di dolore. La decisione è inevitabile: si vende, o si chiude. Si venderà: e il banco riaprirà a gennaio, con la gestione di un fruttivendolo veneziano da molti anni nel ramo.

«Mia mamma» ricorda Marika «era una persona buona, generosa, riservata e gentile. Amava preparare dolci e pizze, per noi e per le feste di amici e parenti. Temeva sempre di disturbare, se n’è andata pensando a non far soffrire noi». I funerali, giovedì alle 10.30 a Malcontenta; la salma sarà poi accompagnata nel cimitero del paese, lo stesso dove, sotto un tappeto di tulipani bianchi di panno cuciti uno a uno per lui dalla mamma, dorme Matteo. Mestre perde uno dei suoi angoli più colorati e allegri, volti e voci che sono stati per decenni riferimento dei residenti. Ai nuovi gestori toccherà anche il compito di riportare il sorriso nella piazzetta.

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