Actv, da aprile riorganizzazione dei turni: taglio agli stipendi è rinviato a luglio

VENEZIA. Per l’azienda è un passo in avanti per cercare un accordo.
I sindacati però restano cauti. C’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi mezzo vuoto. Ieri pomeriggio il direttore generale del gruppo Avm-Actv ha convocato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per comunicare che, non essendo stata ancora trovata un’intesa dopo l’annuncio - lo scorso 26 gennaio - della disdetta di tutti gli accordi integrativi di secondo livello, dal primo aprile - qualora non si trovasse un accordo entro la fine mese - entrerà in vigore la disciplina unilaterale provvisoria del rapporto di lavoro del personale, mentre la disdetta della parte economica scatterà dal primo luglio.
Un gesto che dimostra «senso di responsabilità» da parte dell’azienda scrive Giovanni Seno nella comunicazione inviata a tutti i dipendenti.
Il direttore, nella lettera ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, evidenziando il momento terribile che sta attraversando l’azienda del trasporto pubblico locale, riassume anche i cinque «capisaldi inderogabili» per fronteggiare la crisi, in un percorso «condiviso tra azienda e istituzioni». In cinque punti riguardano: la salvaguardia dei posti di lavoro con la garanzia di non avviare procedure di licenziamento collettivo anche se non venisse prorogato il blocco dei licenziamenti; la conservazione della natura pubblica della società e del gruppo Avm; il mantenimento degli standard di servizio come previsto dai contratti con le istituzioni locali; il blocco delle assunzioni degli stagionali per gli anni 2021 e 2022 e il blocco del turnover per tutto il personale.
E nel frattempo, dal primo aprile cambia la parte normativa. E’ quella che incide sull’organizzazione del lavoro e riguarda, ad esempio, le pause, gli orari, i turni e i riposi.
Qualche esempio: nella navigazione ci sarà un giorno di riposo in meno al mese, nel settore automobilistico le pause saranno più brevi, con soste fisiologiche di venti minuti nell’arco di tutto il turno.
Per tutti le ferie dovranno essere spalmate anche nel periodo invernale e non solo in quello estivo, quando non si potrà più far conto sugli stagionali, come è sempre stato negli ultimi anni. «Alcuni cambiamenti operativi e organizzativi auspichiamo di consentano», scrive Seno nella lettera, «di poter mettere in sicurezza il futuro del nostro gruppo e garantire le migliaia di posti di lavoro».
«L’aspetto positivo è che la parte economica per ora non viene intaccata», dice Marino De Terlizzi, della Fit Cisl, «mentre sull’introduzione della parte normativa ne dovremo discutere». Dopo la comunicazione di ieri l’azienda ha convocato i rappresentanti dei lavoratori per oggi, alle 15, per l’apertura di un tavolo tecnico. Ieri sera la presenza dei rappresentanti dei lavoratori era ancora in dubbio. Il rischio è che dopo l’aumento di produttività (che si traduce con: lavorare di più) che scatterà dal primo aprile, da luglio arrivi anche la scure sugli stipendi. «Ci fregano due volte», ragionavano ieri alcuni lavoratori infuriati nei gruppi whatsapp, «perché in condizioni normali un aumento di produttività si traduce con un aumento di stipendio». Raffica di messaggi e riunioni tra rappresentanti delle Rsu per cercare di maturare una decisione unitaria. Con la consapevolezza che l’avvio di un tavolo tecnico tra lavoratori e azienda è anche la condizione sine qua non per l’apertura di una tavolo istituzionale, con la regia della prefettura, per cercare di portare a casa da Roma maggiori risorse per il trasporto pubblico locale veneziano, messo in crisi dall’assenza di turisti.
Questa mattina ci sarà un incontro tra tutti i rappresentanti delle sigle sindacali. «Credo sia importante uscire con una risposta unitaria», dice Valter Novembrini della Filt Cgil, «ma metodo e contenuti restano gli stessi, dimostrando l’arroganza di un gruppo aziendale che non segue gli indirizzi usciti dal consigli comunale e regionale». Anche Alberto Cancian dell’Usb non vede passi in avanti. «La revoca della disdetta non c’è stata. L’azienda ci sta chiedendo di lavorare di più e di essere pagati di meno», dice Cancian, «e mi sembra difficile a queste condizioni, potersi sedere attorno a un tavolo per un confronto». Oggi la decisione. —
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