Accusato di aver truffato il prete

Noalese nei guai: si fece dare 300 euro per il battesimo della figlia

CHIONS

«Ho una figlia piccola che vorrei far battezzare, sono un suo nuovo parrocchiano in difficoltà. Vorrei un suo aiuto economico». Si era presentato così, secondo il capo di imputazione, al “suo” allora parroco don Matteo Pasut un uomo, e il sacerdote, che l’aveva preso in parola, davanti allo stato di necessità non ci aveva pensato molto a donargli 300 euro, tramite un assegno bancario con la promessa della restituzione dei soldi una volta che le cose si fossero sistemate.

Il titolo di credito venne subito incassato in una banca di Azzano Decimo, ma del bisognoso, poi, si erano perse le tracce. Il sacerdote sporse denuncia, poi la ritirò (anche ieri in aula ha ripetuto «ho perdonato»), ma il procedimento penale prosegue d’ufficio. Accusato di truffa, con l’aggravante di averla commessa a danno di un ministro di culto, è Denis Ghedin, 39 anni, di Noale, difeso dall’avvocato Michela Marcuzzi. Ieri, davanti al giudice monocratico del tribunale di Pordenone, Roberta Bolzoni, è stato sentito, quale testimone, il sacerdote all’epoca dei fatti assistente parroco di Basedo e Villotta. «L’uomo si presentò per chiedermi aiuto: disse di essere originario di Pasiano in procinto di trasferirsi nella mia parrocchia, di essere sposato, di avere una bambina piccola che intendeva battezzare. Gli diedi i soldi, con l’impegno di restituirmeli appena poteva. Il conto era mio, gli feci un assegno. Mi diede spontaneamente il numero di telefono al quale, però, successivamente mi rispose solo una volta».

Al sacerdote non restò che denunciare il presunto raggiro. Ieri al sacerdote sono state mostrate anche delle foto segnaletiche. «Ho perdonato e ritirato la denuncia», ha aggiunto il sacerdote, ma il procedimento va avanti d’ufficio. L’udienza è stata rinviata a dicembre.

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