Accordo Casinò, il nodo dei super premi
Primi spiragli di una possibile intesa con il Comune. Ma vanno superate le resistenze dei “vecchi” croupier e ispettori

Interpress/Mazzega Venezia, 20.09.2016.- Cà Vendramin Calergi sede del Casinò di Venezia
Riunione-fiume sul Casinò - e primi spiragli di un possibile accordo - ieri tra Comune e azienda e sindacati dall’altra, la prima dopo la presentazione da parte di cinque di essi della causa al Tribunale del Lavoro che chiede l’annullamento del contratto dei dipendenti della casa da gioco, approvato unilateralmente a luglio da Ca’ Farsetti. E dopo che il sindaco Luigi Brugnaro era intervenuto nell’ultimo Consiglio comunale per annunciare che se il nuovo contratto verrà annullato dal giudice del lavoro, chiuderà la sede veneziana del Casinò di Ca’ Vendramin Calergi e lascerà a casa circa 150 dipendenti della casa da gioco.
Le segreterie provinciali di Slc Cgil, Fisascat Cisl, Snalc Cisal, Ugl Terziario ed Rlc - che hanno promosso la causa - avevano replicato con una nota, tenendo il punto: «Se l’amministrazione vuole portare il Casinò di Venezia a Mestre, chiudendo la sede storica di Venezia, si assuma ogni responsabilità politica conseguente senza attribuire la relativa colpa al esercizio dei diritti dei lavoratori».
Ma ieri, dopo una trattativa durata quasi sei ore e con ripetute sospensioni per valutare offerte e contro-offerte di azienda, Comune e sindacati, Ca’ Farsetti ha un po’ alzato la sua proposta, portando a 85 milioni di incassi la quota dalla quale far scattare il regime dei premi e alzando le percentuali per chi attualmente percepisce i livelli più alti di premialità. Il tavolo si è aggiornato al 13 dicembre e potrebbe essere quella la data buona per chiudere l’accordo, pochi giorni prima della discussione della causa al Tribunale del Lavoro. Una causa usata anche come strumento di pressione sul Comune per indurlo a migliorare l’offerta sul contratto e che, se davvero si raggiungesse l’intesa sui premi, potrebbe, a questo punto, anche essere ritirata.
A pesare è soprattutto la questione dei premi, che risultano una delle voci più pesanti nella busta-paga dei dipendenti della casa da gioco, soprattutto per i croupiers e gli ispettori di gioco assunti prima del 1999. Un regime premiale che nella proposta di Comune e Casinò è rivisto al ribasso, ma spalmando maggiormente i premi su tutti i dipendenti della casa da gioco, senza favorire soprattutto i “vecchi”, come con il precedente contratto. Basta infatti esaminare l’entità dei premi erogati dalla casa da gioco per rendersi conto del loro peso sulle buste-paga dei dipendenti del Casinò e perché la loro messa in discussione risulta così indigesta.
La retribuzione media (senza premi) del personale della casa da gioco è infatti di poco inferiore ai 60 mila euro (lordi) annui. Ma per i croupiers assunti prima del 1999, ad essa va aggiunto un monte premi annuo che sfiora - e in qualche caso supera - i 30 mila euro annui. E alla quale va aggiunta per molti un’indennità la prestazione di lavoro al Casinò di terraferma di Ca’ Noghera che va dagli oltre 4 mila agli oltre 5 mila euro annui. Pertanto, tra retribuzione fissa e regime premiale, un croupier «storico» del Casinò può incassare anche 95 mila euro (lordi) annui di retribuzione, anche se i premi sono naturalmente legati agli incassi. Se si va invece a vedere la situazione dei premi per gli impiegati di gioco assunti dopo il 1999, la situazione cambia radicalmente. Il totale complessivo dei premi per i nuovi assunti non arriva infatti ai 10 mila euro (lordi) annui, a cui va aggiunti per molti l’indennità Ca’ Noghera, con valori non simili, in questo caso, da quella dei colleghi più anziani.
Si può capire, pertanto, come la questione premi sia per molti dipendenti del Casinò assolutamente vitale e come su questo punto ci siano le maggiori difficoltà a raggiungere un accordo con il Comune e il Casinò. Ma ora sembra davvero che un’intesa tra le parti possa essere possibile, anche se i sindacati prima vogliono “tastare” la base.
Enrico Tantucci
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